Saturday, June 21, 2014

A volte bisogna saper chiedere scusa.

Vi è mai capitato di pensare ad una cosa e, quasi come per magia, ne siete circondati?
Quando ero incinta mi capitava di vedere intorno a me solo pancione o bimbi piccoli; alla tele sembrava trasmettessero solo film di donne incinte; libri e giornali parlavano solo di quell'argomento.

Qualche giorno fa, leggendo i pensieri ad alta voce di Claudiablabla, scopro i suoi pensieri sull'importanza dei nonni, i suoi dubbi e le sue angoscie sul fatto di aver privato la figlia di questo importante legame scegliendo di vivere negli USA. E improvvisamente tanti genitori scrivono dell'importanza di questo legame.
E' scattata questa riflessione anche in me. Ma in modo completamente differente. Io forse sono molto più egoista di natura non comprendendo l'importanza di questo legame. Ma io stessa ne sono stata privata.

Immagino già l'espressione inorridita dei nonni dei miei figli mentre leggono queste parole. Ok, aspettate! Prima di accusarmi e di togliermi per sempre la parola, leggete fino in fondo la mia riflessione. Grazie!

Proviamo a partire dal principio, da Adamo ed Eva... no dai, un po' dopo. Da quando ero ragazzina e mi immaginavo come sarei stata "da grande" e come sarebbe stata la mia vita. Sapete che mi immaginavo di vivere negli USA con 4 o 5 bambini intorno? Be', per lo meno parte dei miei sogni s'è avverata!

Ma nei miei sogni ho sempre ritenuto importante tenere una certa distanza fra la mia famiglia di origine e quella che mi sarei un giorno creata. Non ho mai capito quelli che vivono nello stesso palazzo con i genitori. Figuriamoci in casa.
Sicuramente sarebbe stata una gran comodità soprattutto quando i figli erano piccoli e si ammalavano o c'erano gli scioperi a scuola e io dovevo prendere ferie. O quando mi ammalavo io. Ma non sarebbe stato nel mio carattere. Io ho bisogno di indipendenza. Ho bisogno di farcela da sola.

Il vivere a 120km di distanza dai genitori, miei e di mio marito, non lo vedevo come una privazione per i miei figli, quanto piuttosto una privazione per i nonni.

Quando poi i chilometri da 120 sono diventati 7000, la mia sensazione non è affatto cambiata. Ho privato i nonni della possibilità di veder crescere i loro nipoti. (stanno crescendo MOLTO... e molto bene!).

Mea culpa. Il fatto è che io stessa a mia volta sono stata "privata" di questa risorsa: non ho mai conosciuto i nonni paterni. Nessuno dei miei fratelli ne ha avuto il piacere. E ho conosciuto solo la nonna materna: lei viveva a Roma e noi a Ivrea. Andarla a trovare voleva dire prendere due treni, fare ore e ore in treni puzzolenti. La si andava a trovare 2 volte l'anno (mia mamma ci andava più spesso). Mia nonna era invalida quindi non poteva viaggiare. E la chiacchierata più importante che ci siamo fatte io e mie nonna è stata mentre lei era in ospedale e io ero andata a dare il cambio alle mie zie. Era la sua ultima settimana di vita e ho saputo di lei più in quella settimana che nei 20 anni precedenti.

Nonostante questo sono cresciuta e non mi è sembrato che mi mancasse qualcosa. Forse perché i miei genitori non hanno mai mancato di raccontarci tante cose. (Il nonno materno credo fosse un gran bel personaggio e avrei voluto conoscerlo.)

Ecco perché non ho mai sentito quell'importanza. E' un po' come un bambino che non ha mai assaggiato la cioccolata: non puoi spiegargli a parole che gusto ha. Devi fargliela provare.

Fatto è che ora ne sono circondata: vedo solo nonni con i nipoti.

Chiedo scusa ai miei genitori e ai miei suoceri di questa privazione. Chiedo scusa ai miei figli di questa privazione. A volte si fanno scelte di vita pensando di dare ai nostri figli qualcosa in più. E per quel qualcosa in più, dobbiamo togliere qualcosa da un'altra parte. Spero davvero possiate perdonarmi. Vi assicuro che a volte fatico anche io.

3 comments:

  1. Credo che crescere i propri figli lontano dalle famiglie di origine sia comunque un'ottima scelta. Anche noi lo abbiamo fatto (mia figlia ha 5 anni e non ha nonni) e sono sicuro che la pace e l'armonia della famiglia sarebbero compromesse se ci fossero le famiglie vicino, nella mia famiglia come in qualunque altra.

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  2. Molto profondo il sentimento, ma altrettanto difficile darti un suggerimento o un aiuto morale. E' veto, i nonni o meglio, la loro presenza e' molto importante per i bambini, ma non e' vitale. Sono anche io convinta che le lontananze facciano bene. Ci si comprende meglio, ci si stima di più, ci si vuole più bene proprio perché essendo lontani, molto del nostro "privato" rimane tale e quindi ignoto ai familiari. E' pur vero che anche questo ha i pro e i contro, ma poi ci sono delle persone caratterialmente come te, cazzute e forti, che superano la cosa al meglio e di conseguenza anche i loro familiari. Certo, la presenza dei nostri cari sarebbe meravigliosa per bilanciare la nostra vita, ma il fatto di aver preso delle decisioni e averle realizzate valutandone tutte le conseguenze, e all'occorrenza fare anche mea culpa mi fa pensare che i tuoi figli non hanno bisogno di ulteriori presenze da cui trarre ispirazioni.....basti tu come esempio. I nonni mancheranno loro così come sono mancanti a te, presenze lontane ma di grande importanza anche se 7000 km li separano, il rispetto, l'amore, l'orgoglio di averli solo come figure di riferimento, saranno comunque sentimenti sempre presenti quando a loro volta ne parleranno, così come hai fatto tu.
    Ti bacio.

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  3. L'argomento credo che sia importante e anche controverso! Non sono convinta che la vicianza sia, come dice Luciano, compormettente! Noi abitiamo a 40 Km dai nonni paterni e 700 da quelli materni e 300 metri dagli zii. Questi ultimi sono quelli che vediamo più spesso, ma perchè condividiamo esperienza, età, interessi. Non tutti i giorni, quando ne abbimao voglia. Quelli a 40 Km sono quelli che vediamo più di rado e quelli a 700 ogni tanto vengon a trovarci a stanno con noi almeno un week end. Nella mia esperienza, da bambina, ho vissuto vicino ai nonni e agli zii (anche nello stesso palazzo) e tanto, tantissimo dipende dal carattere e dalla discrezione delle persone, dalla sensibilità, dalla cultura e dall'educazione. Ci sono persone con cui non ci si saluta più e persone con cui ci si sente spesso e questa differenza non deriva certo dalla lontananza fisica. La lontananza fisica aiuta a non litigare perchè aiuta a ignorare!!! E anche io mi sento in colpa, a volte, provando mia figlia di questa presenza costante, io che ricordo con piacere, molto piacere, i pomeriggi passati con i nonni e i pranzi della domenica! Sta tutto nel trovare il giusto equilibrio e se la vita ci porta lontano, saremo vicini con il cuore e poi, oggi, i nonni si possono vedere anche con skype!!!

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