...e le ride rules!
Sono curioso di sapere cosa c'era in origine sotto l'adesivo aggiunto.
Monday, June 30, 2014
Romeo and Juliet laws...
...qualcuno ne sapeva qualcosa?!?!?!
Io no!!!
Certo che scoprirlo dal film dei Transformers... e' stata decisamente una folgorazione!
Io no!!!
Certo che scoprirlo dal film dei Transformers... e' stata decisamente una folgorazione!
Friday, June 27, 2014
3 candeline
Era il 27 Giugno 2011, le 2 del pomeriggio: quel giorno atterravamo per la prima volta a Chicago, prendevamo la macchina a noleggio e seguivamo la rotta verso nord per arrivare in questa località sconosciuta ma dal nome tanto simpatico: Kenosha.
2011 |
2014 |
Era l'inizio di un'avventura che non sapevamo se sarebbe durata 2 mesi o un anno... o 3!
A dire il vero ancora ora non sappiamo quanto durerà ancora, ma ci piace così e abbiamo imparato a prendere ogni giorno, ogni settimana come un dono prezioso.
Sono tante le cose che abbiamo imparato in questi 3 anni, su noi stessi, sui nostri amici e sul luogo in cui viviamo. Ma credo ci siano ancora tante cose da imparare.
Non avremmo mai pensato di fare un percorso così importante e interessante.
Non avremmo mai pensato di caricare il nostro bagaglio di tante cose. Cose che si possono toccare con mano e cose che non si possono toccare e che sono anche difficili da raccontare.
E come mamma, mai avrei pensato di ricevere tanto dai miei figli. Sono sempre stata orgogliosa di loro, ma quello che hanno saputo sopportare fare in questi 3 anni, mi fa sentire tanto tanto fortunata.
Chi torna da un viaggio, non è mai la stessa persona che era prima di partire. E dopo un viaggio come questo, non potremo mai più essere le stesse persone.
Tuesday, June 24, 2014
"Brutto, mi ha morsicato e la maestra...
...non mi ha difeso; ora porto via il pallone."
Frigno' il pulcino stolto con il trolley gia' pronto negli spogliatoi e il jet ad attenderlo a motore acceso sulla pista!
Frigno' il pulcino stolto con il trolley gia' pronto negli spogliatoi e il jet ad attenderlo a motore acceso sulla pista!
Saturday, June 21, 2014
A volte bisogna saper chiedere scusa.
Vi è mai capitato di pensare ad una cosa e, quasi come per magia, ne siete circondati?
Quando ero incinta mi capitava di vedere intorno a me solo pancione o bimbi piccoli; alla tele sembrava trasmettessero solo film di donne incinte; libri e giornali parlavano solo di quell'argomento.
Qualche giorno fa, leggendo i pensieri ad alta voce di Claudiablabla, scopro i suoi pensieri sull'importanza dei nonni, i suoi dubbi e le sue angoscie sul fatto di aver privato la figlia di questo importante legame scegliendo di vivere negli USA. E improvvisamente tanti genitori scrivono dell'importanza di questo legame.
E' scattata questa riflessione anche in me. Ma in modo completamente differente. Io forse sono molto più egoista di natura non comprendendo l'importanza di questo legame. Ma io stessa ne sono stata privata.
Immagino già l'espressione inorridita dei nonni dei miei figli mentre leggono queste parole. Ok, aspettate! Prima di accusarmi e di togliermi per sempre la parola, leggete fino in fondo la mia riflessione. Grazie!
Proviamo a partire dal principio, da Adamo ed Eva... no dai, un po' dopo. Da quando ero ragazzina e mi immaginavo come sarei stata "da grande" e come sarebbe stata la mia vita. Sapete che mi immaginavo di vivere negli USA con 4 o 5 bambini intorno? Be', per lo meno parte dei miei sogni s'è avverata!
Ma nei miei sogni ho sempre ritenuto importante tenere una certa distanza fra la mia famiglia di origine e quella che mi sarei un giorno creata. Non ho mai capito quelli che vivono nello stesso palazzo con i genitori. Figuriamoci in casa.
Sicuramente sarebbe stata una gran comodità soprattutto quando i figli erano piccoli e si ammalavano o c'erano gli scioperi a scuola e io dovevo prendere ferie. O quando mi ammalavo io. Ma non sarebbe stato nel mio carattere. Io ho bisogno di indipendenza. Ho bisogno di farcela da sola.
Il vivere a 120km di distanza dai genitori, miei e di mio marito, non lo vedevo come una privazione per i miei figli, quanto piuttosto una privazione per i nonni.
Quando poi i chilometri da 120 sono diventati 7000, la mia sensazione non è affatto cambiata. Ho privato i nonni della possibilità di veder crescere i loro nipoti. (stanno crescendo MOLTO... e molto bene!).
Mea culpa. Il fatto è che io stessa a mia volta sono stata "privata" di questa risorsa: non ho mai conosciuto i nonni paterni. Nessuno dei miei fratelli ne ha avuto il piacere. E ho conosciuto solo la nonna materna: lei viveva a Roma e noi a Ivrea. Andarla a trovare voleva dire prendere due treni, fare ore e ore in treni puzzolenti. La si andava a trovare 2 volte l'anno (mia mamma ci andava più spesso). Mia nonna era invalida quindi non poteva viaggiare. E la chiacchierata più importante che ci siamo fatte io e mie nonna è stata mentre lei era in ospedale e io ero andata a dare il cambio alle mie zie. Era la sua ultima settimana di vita e ho saputo di lei più in quella settimana che nei 20 anni precedenti.
Nonostante questo sono cresciuta e non mi è sembrato che mi mancasse qualcosa. Forse perché i miei genitori non hanno mai mancato di raccontarci tante cose. (Il nonno materno credo fosse un gran bel personaggio e avrei voluto conoscerlo.)
Ecco perché non ho mai sentito quell'importanza. E' un po' come un bambino che non ha mai assaggiato la cioccolata: non puoi spiegargli a parole che gusto ha. Devi fargliela provare.
Fatto è che ora ne sono circondata: vedo solo nonni con i nipoti.
Chiedo scusa ai miei genitori e ai miei suoceri di questa privazione. Chiedo scusa ai miei figli di questa privazione. A volte si fanno scelte di vita pensando di dare ai nostri figli qualcosa in più. E per quel qualcosa in più, dobbiamo togliere qualcosa da un'altra parte. Spero davvero possiate perdonarmi. Vi assicuro che a volte fatico anche io.
Quando ero incinta mi capitava di vedere intorno a me solo pancione o bimbi piccoli; alla tele sembrava trasmettessero solo film di donne incinte; libri e giornali parlavano solo di quell'argomento.
Qualche giorno fa, leggendo i pensieri ad alta voce di Claudiablabla, scopro i suoi pensieri sull'importanza dei nonni, i suoi dubbi e le sue angoscie sul fatto di aver privato la figlia di questo importante legame scegliendo di vivere negli USA. E improvvisamente tanti genitori scrivono dell'importanza di questo legame.
E' scattata questa riflessione anche in me. Ma in modo completamente differente. Io forse sono molto più egoista di natura non comprendendo l'importanza di questo legame. Ma io stessa ne sono stata privata.
Immagino già l'espressione inorridita dei nonni dei miei figli mentre leggono queste parole. Ok, aspettate! Prima di accusarmi e di togliermi per sempre la parola, leggete fino in fondo la mia riflessione. Grazie!
Proviamo a partire dal principio, da Adamo ed Eva... no dai, un po' dopo. Da quando ero ragazzina e mi immaginavo come sarei stata "da grande" e come sarebbe stata la mia vita. Sapete che mi immaginavo di vivere negli USA con 4 o 5 bambini intorno? Be', per lo meno parte dei miei sogni s'è avverata!
Ma nei miei sogni ho sempre ritenuto importante tenere una certa distanza fra la mia famiglia di origine e quella che mi sarei un giorno creata. Non ho mai capito quelli che vivono nello stesso palazzo con i genitori. Figuriamoci in casa.
Sicuramente sarebbe stata una gran comodità soprattutto quando i figli erano piccoli e si ammalavano o c'erano gli scioperi a scuola e io dovevo prendere ferie. O quando mi ammalavo io. Ma non sarebbe stato nel mio carattere. Io ho bisogno di indipendenza. Ho bisogno di farcela da sola.
Il vivere a 120km di distanza dai genitori, miei e di mio marito, non lo vedevo come una privazione per i miei figli, quanto piuttosto una privazione per i nonni.
Quando poi i chilometri da 120 sono diventati 7000, la mia sensazione non è affatto cambiata. Ho privato i nonni della possibilità di veder crescere i loro nipoti. (stanno crescendo MOLTO... e molto bene!).
Mea culpa. Il fatto è che io stessa a mia volta sono stata "privata" di questa risorsa: non ho mai conosciuto i nonni paterni. Nessuno dei miei fratelli ne ha avuto il piacere. E ho conosciuto solo la nonna materna: lei viveva a Roma e noi a Ivrea. Andarla a trovare voleva dire prendere due treni, fare ore e ore in treni puzzolenti. La si andava a trovare 2 volte l'anno (mia mamma ci andava più spesso). Mia nonna era invalida quindi non poteva viaggiare. E la chiacchierata più importante che ci siamo fatte io e mie nonna è stata mentre lei era in ospedale e io ero andata a dare il cambio alle mie zie. Era la sua ultima settimana di vita e ho saputo di lei più in quella settimana che nei 20 anni precedenti.
Nonostante questo sono cresciuta e non mi è sembrato che mi mancasse qualcosa. Forse perché i miei genitori non hanno mai mancato di raccontarci tante cose. (Il nonno materno credo fosse un gran bel personaggio e avrei voluto conoscerlo.)
Ecco perché non ho mai sentito quell'importanza. E' un po' come un bambino che non ha mai assaggiato la cioccolata: non puoi spiegargli a parole che gusto ha. Devi fargliela provare.
Fatto è che ora ne sono circondata: vedo solo nonni con i nipoti.
Chiedo scusa ai miei genitori e ai miei suoceri di questa privazione. Chiedo scusa ai miei figli di questa privazione. A volte si fanno scelte di vita pensando di dare ai nostri figli qualcosa in più. E per quel qualcosa in più, dobbiamo togliere qualcosa da un'altra parte. Spero davvero possiate perdonarmi. Vi assicuro che a volte fatico anche io.
Friday, June 20, 2014
Wednesday, June 18, 2014
Sunday, June 15, 2014
E' tutto vero...
Vedo le foto, vedo il filmato... allora è proprio vero. E' successo davvero...
Non ce la fanno. Per quanto possiamo dirgli che si dice Stèfano, loro continueranno a chiamarlo Stefàno!
Il giorno della consegna dei diplomi hanno fatto le prove a scuola.
La
cerimonia s'è svolta nella palestra del liceo che è nel cortile di
fronte alla scuola media. Una palestra enorme: ci hanno fatto stare il
palco, davanti al palco 500 sedie per tutti gli studenti e per i
disabili, e lateralmente e dietro tre blocchi di tribune per genitori e
parentame vario (hanno chiesto un massimo di 4 parenti per ciascuno
studente). Puntualissimi alle 6, in fila, sono entrati gli studenti in
ordine alfabetico, preceduti in testa dalla Preside, vice Preside e
insegnanti dell'8th grade. I ragazzi si sono ordinatamente seduti nelle
loro sedie ordinati alfabeticamente. Nella prima fila c'erano i
disabili.
A presentare la cerimonia c'erano due studenti, un ragazzo
e una ragazza, piuttosto spiritosi. Hanno presentato prima la Preside
che ha tenuto un discorso sereno e leggero. Poi ci sono state 2
studentesse, di una non s'è capito proprio nulla perché bisbigliava.
Quindi
finalmente ecco arrivato il momento della consegna. Ci è stato chiesto
di non lasciarci andare ad urla da stadio... richiesta rispettata solo
da una parte del pubblico. (non aggiungo altro).
Ma lo confesso che quando è stato il turno del mio bambino ragazzo, mi sarei voluta alzare in piedi e urlare di gioia!
Alla fine siamo rimasti noi 3 e ce ne siamo andati a cena fuori. Già perché gli studenti avevano la festa, il social.
Hanno attraversato il cortile e sono tornati nella loro scuola dove
sono stati accolti da un prof-DJ e dagli insegnanti. E non sappiamo
altro. Già perché come si dice "quello che succede a Vegas resta a
Vegas", così vale per le feste a scuola e così: "What happens at the social, stays at the social".
Siamo andati a raccogliere il ragazzo alle 9 che era sudato marcio. E
non sappiamo altro. Di sicuro sappiamo che non ha fumato né bevuto
alcool. E già mi sento tranquilla per questo... finché dura!
Fai click sull'immagine per vedere la galleria fotografica |
Non ce la fanno. Per quanto possiamo dirgli che si dice Stèfano, loro continueranno a chiamarlo Stefàno!
Saturday, June 14, 2014
BBQ Baby Ribs e un paradosso...
Come una droga crea dipendenza... ma la crisi di astinenza colpisce in un momento sentimentale gia' ampiamente nevrotico, isterico e lancinante: Il Rientro in Italia.
Dove la trovo?
A voi la ricerca, se la volete gia' pronta... ma se la volete preparare... con un click sulla foto verrete indirizzati verso un milione di ricette. Si, perche' ognuno la fa con una quantita' incommensurabile di customizzazioni...Qualcuno comincera' a chiedersi... "E il paradosso preannunciato! Dov'e'?"
Beh... il paradosso e' che uno degli ingredienti e' questo:
Tanta prouditudine...
... e un po' di rammarico.
Scoprire 20' dopo il termine della partita che la stavano trasmettendo a pochi metri da noi!
Thursday, June 12, 2014
Monday, June 9, 2014
Ogni scusa è buona!
Il luogo d'incontro è la casa di Claudia appena fuori Milwaukee.
La scusa per l'incontro è il baby shower post nascita di Lia.
Arrivo in un tipico quartiere americano con villette a destra e a sinistra. Parcheggio la mia auto ed entro in casa. Una bellissima casa ampia con una veranda di cui mi sono subito innamorata pazzamente. Affacciata su un bosco.
Ultimi ritocchi e alla spicciolata arrivano le ospiti. Ed è così che sotto un tetto "Alessandrino", si ritrovano:
una di Alessandria (la padrona di casa, appunto), una di Bergamo, una di Lecco, una di Napoli, una di Roma, una di Ivrea (trapiantata a Bollate), una finlandese, una tedesca, un'italo-americana, un'americana sposata ad un italiano che parla l'italiano meglio di me, e una parigina. Spero non mi sia sfuggito nessuno.
Cosa legava tutte queste persone? Il fatto di trovarsi in terra straniera da più o meno tempo.
E' stato magnifico poter condividere a voce pensieri, sensazioni. Rendersi conto che quello che provi è condiviso, più o meno apertamente, da tutti i presenti. Sentirti meno sola. E avere il supporto di quelle che qui ci vivono da decenni, ma essere a tua volta di supporto a quelle che invece sono qui da pochi giorni o qualche mese.
Un po' si parlava inglese per farci capire dalla francese, dalla tedesca e dalla finlandese, ma principalmente s'è parlato italiano.
Un pomeriggio che difficilmente dimenticherò. Persone i cui visi forse dimenticherò (ahimé non sono per nulla fisionomista e per riconoscere un viso devo vedere la persona almeno 3 volte!) ma di cui non dimenticherò la voce, la storia condivisa, le risate...
Grazie Claudia e grazie Greta per il piacevole pomeriggio! Rifacciamolo!
La scusa per l'incontro è il baby shower post nascita di Lia.
Arrivo in un tipico quartiere americano con villette a destra e a sinistra. Parcheggio la mia auto ed entro in casa. Una bellissima casa ampia con una veranda di cui mi sono subito innamorata pazzamente. Affacciata su un bosco.
Ultimi ritocchi e alla spicciolata arrivano le ospiti. Ed è così che sotto un tetto "Alessandrino", si ritrovano:
una di Alessandria (la padrona di casa, appunto), una di Bergamo, una di Lecco, una di Napoli, una di Roma, una di Ivrea (trapiantata a Bollate), una finlandese, una tedesca, un'italo-americana, un'americana sposata ad un italiano che parla l'italiano meglio di me, e una parigina. Spero non mi sia sfuggito nessuno.
Cosa legava tutte queste persone? Il fatto di trovarsi in terra straniera da più o meno tempo.
E' stato magnifico poter condividere a voce pensieri, sensazioni. Rendersi conto che quello che provi è condiviso, più o meno apertamente, da tutti i presenti. Sentirti meno sola. E avere il supporto di quelle che qui ci vivono da decenni, ma essere a tua volta di supporto a quelle che invece sono qui da pochi giorni o qualche mese.
Un po' si parlava inglese per farci capire dalla francese, dalla tedesca e dalla finlandese, ma principalmente s'è parlato italiano.
Un pomeriggio che difficilmente dimenticherò. Persone i cui visi forse dimenticherò (ahimé non sono per nulla fisionomista e per riconoscere un viso devo vedere la persona almeno 3 volte!) ma di cui non dimenticherò la voce, la storia condivisa, le risate...
Grazie Claudia e grazie Greta per il piacevole pomeriggio! Rifacciamolo!
Monday, June 2, 2014
Cose che avrei voluto sapere prima di arrivare qui
Prendo la palla al balzo. Dopo il post di Claudia e quello di Valentina, ora mi prendo qualche minuto per dire la mia.
Prima di partire avrei voluto che mi dicessero che mi sarebbe tanto mancata LA MOZZARELLA DI BUFALA! Ne faccio una malattia. E non ditemi che la si trova. NON SARA' MAI BUONA COME QUELLA NOSTRA FRESCA!
E poi avrei voluto mi dicessero che qui non si trova una tovaglia decente. A me le tovagliette van bene a colazione, ma pranzo e cena ESIGO LA TOVAGLIA. Qui sono piuttosto bruttine e spesso di plastica. Quando sono tornata in Italia mi sono presa tutte le mie tovaglie!
Per avere i piatti fondi e non le ciotole, abbiamo dovuto ricorrere ad internet perché nei negozi non si trovano.
E... discorso molto femminile: potevano dirmi che non avrei trovato gli assorbenti della lines!
Anche noi i cucchiaini da caffè ce li siamo portati dall'Italia. In realtà nell'ultimo giro mi sono portata proprio tutte le posate perché qui non mi piaciono. Il gusto, volevo dire, il BUON gusto italiano qui proprio se lo sognano!
E l'accapatoio? Idem: l'avevo comprato ad Ikea. Morbidissimo quindi me lo sono portato qui perché a me non piace usare l'asciugamano.
E confermo quanto detto da Valentina: i fazzoletti di carta qui sono monovelo e con un leggero raffreddore va in briciole. Quindi quando vado in Italia faccio scorta di fazzoletti TEMPO.
Ah, stavo dimenticando: la mia amata liquirizia che qui fatico tanto a trovare.
Poi si impara a fare di necessità virtù. Ci sono tante altre cose qui di cui non potrei fare a meno in Italia.
Prima di partire avrei voluto che mi dicessero che mi sarebbe tanto mancata LA MOZZARELLA DI BUFALA! Ne faccio una malattia. E non ditemi che la si trova. NON SARA' MAI BUONA COME QUELLA NOSTRA FRESCA!
E poi avrei voluto mi dicessero che qui non si trova una tovaglia decente. A me le tovagliette van bene a colazione, ma pranzo e cena ESIGO LA TOVAGLIA. Qui sono piuttosto bruttine e spesso di plastica. Quando sono tornata in Italia mi sono presa tutte le mie tovaglie!
Per avere i piatti fondi e non le ciotole, abbiamo dovuto ricorrere ad internet perché nei negozi non si trovano.
E... discorso molto femminile: potevano dirmi che non avrei trovato gli assorbenti della lines!
Anche noi i cucchiaini da caffè ce li siamo portati dall'Italia. In realtà nell'ultimo giro mi sono portata proprio tutte le posate perché qui non mi piaciono. Il gusto, volevo dire, il BUON gusto italiano qui proprio se lo sognano!
E l'accapatoio? Idem: l'avevo comprato ad Ikea. Morbidissimo quindi me lo sono portato qui perché a me non piace usare l'asciugamano.
E confermo quanto detto da Valentina: i fazzoletti di carta qui sono monovelo e con un leggero raffreddore va in briciole. Quindi quando vado in Italia faccio scorta di fazzoletti TEMPO.
Ah, stavo dimenticando: la mia amata liquirizia che qui fatico tanto a trovare.
Poi si impara a fare di necessità virtù. Ci sono tante altre cose qui di cui non potrei fare a meno in Italia.
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