Cosa vuol dire andare a vivere all'estero?
Tante cose. Le più ovvie: vivi lontano dagli affetti, dalla famiglia, dai tuoi amici più cari. Impari ad usare-abusare dei mezzi di comunicazione come blog, skype, mail, facebook perché ti fanno sentire ancora parte di qualcosa.
Significa che devi cambiare completamente la tua esistenza, le tue abitudini, la gestione della quotidianità, talvolta anche il tuo modo di vedere le cose. Dopo qualche mese cominci a sentirti forte, diventi una roccia e la tua pellaccia diventa dura. Eh sì.
Significa che quelle chiacchierate che magari facevi con tua sorella seduta su un divano o intorno ad un tavolo, ora tocca farle via mail perché gli orari non coincidono più.
Ma c'è dell'altro.
Vivere all'estero significa che quando vedi un tricolore ti emozioni. Quando senti qualcuno che parla la tua lingua, ti senti suo amico e cominci a chiacchierarci. Alla fine magari lo inviti anche a cena! E poi c'è l'orgoglio e quando vedi un ristorante "italiano" vorresti andar dentro e spiegar loro che stanno dando un pessimo esempio della cucina italiana. Ti senti di saperne più di loro (be'... effettivamente!).
E poi ti capita di arrivare in un aeroporto per andare a prendere l'amico di tuo figlio e ti sembra quasi che arrivi un pezzo di famiglia. Te lo gusti, vuoi che ti racconti qualcosa della tua città, degli ex compagni di classe, qualcosa che ti faccia sentire "casa".
Allora mi metto nei panni di quelle persone che sono qui da 5-10 o 20 anni. E magari sono persone che amano una squadra di calcio, la loro squadra del cuore ma trovandosi al di quà dell'Oceano, non possono andare a vedere la partita allo stadio. Hanno un vero e proprio fan club. Ed ecco che un giorno un sogno si realizza e la loro squadra del cuore arriva qui, per giocare nella loro città, sui loro campi. Da non credere. Si danno tutti appuntamento all'aeroporto per accogliere i loro beniamini. Bambini, ragazzi, mamme, nonni, tutti con la maglia del numero 10 e il quadernetto pronto per gli autografi. Bandiere che inneggiano la squadra, l'allenatore, il numero 10. Qualcuno dice "Non è che li faranno passare da un'altra uscita?" "Mannò! Sanno che i loro fan son qui ad aspettarli". Il presidente del fan club era eccitatissimo e ci ha raccontato come è nato il club, perché gli han dato quel nome, e aneddoti vari. Non stava più nella pelle.
Ed eccola, l'intera squadra con l'allenatore e tutti i manager, con il loro carico di bagagli. Macchine fotografiche pronte, canzoni, inni e l'applauso pronto. Ma... i loro idoli passano velocemente, senza salutare, senza fare un autografo, né un sorriso per le foto. L'allenatore con gli occhiali scuri per non farsi nemmeno guardare. E in 4 secondi e mezzo... spariti! Saliti sul pulman che li aspetta lì fuori e via. E i loro fan con la coda fra le gambe, la testa bassa, con un silenzio assordante, ripongono le loro bandiere. I bambini delusi prendono per mano le loro mamme e se ne tornano a casa. Sperando, forse, che domenica allo stadio li degnino di una maggior considerazione.
E magari per arrivar lì hanno pagato un mezzo o un parcheggio, e magari qualcuno ha preso ferie dal lavoro.
Ma tutto questo a quegli 11 e più non interessa. Se ne sono andati. In fretta.
A me, personalmente, di quegli 11 non interessava assolutamente niente ma ho sentito anche io la profonda delusione. Perché quando sei lontano ti attacchi anche a queste cose e ti sembra quasi di aver trattenuto il fiato in attesa di questo SOFFIO DI ARIA TRICOLORE. E ora torneranno a trattenere il fiato in attesa di un sorriso di quel numero 10 e dei suoi compagni.
Buona notte a voi tifosi e ai miei lettori.
un gran post come sempre
ReplyDeleteMi hai fatto venire le lacrime agli occhi.... Soprattutto la tua gioia nell'arrivo dell'amico e la delusione dei bimbi tifosi, e mi arriva una cliente, accidenti!!
ReplyDeleteHo appena scoperto il tuo blog e non ho potuto fare a meno di leggere post su post... Ti ammiro tantissimo e devi avere una famiglia splendida!
ReplyDeleteSicuramente tu e il tuo compagno non incarnate l'italiano medio,che sa solo lamentarsi,passare la vita ad invidiare e a non fare nulla di positivo!Ecco perchè in Italia siamo ad un punto disastroso...
Tanti auguri per tutto!
Anche io avevo il pianto nel cuore.
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ReplyDeleteMom... tu l'avevi nel cuore, io l'avevo negli occhi; per fortuna ho visto la cliente arrivare per tempo ed ho fatto in tempo ad asciugarli.... Comunque, come sempre, grande pezzo!! Baci
ReplyDeleteLe tue parole mi fanno emozionare sempre !
ReplyDeleteCiao Renata, mi chiamo Marco, io ho una famiglia un pò più ingombrante della vostra ma sinceramente vorremo cambiare qualcosa nella nostra vita...siamo in 6 io, lamia compagna e 4 bimbi di 11, 9 e due pesti gemelline di 4 anni. Abbiamo aperto una piccola azienda da 2 anni ma qua è dura, hai qualche consiglio per indirizzarmi su possibilità di trasferimento e di lavoro? Grazie...la mia mail è verdesca72(chiocciola)msn.com
ReplyDeleteSono sempre più convinto che l'unico modo per sentire amore nei confronti dell'Italia sia esserne lontano...
ReplyDeleteSolo quando sei lontano l'Italia si fa amare davvero.
Gli italiani d'Italia, un po' meno, a volte...
d.
Sì. Era scritto fra le righe... ;)
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