Ieri, senza rendersene conto, i pinguini sono giunti ad una conclusione: due è meglio.
Intendiamoci: va tutto benissimo. Il nostro pinguino aggiunto è educatissimo e corretto.
Mamma pinguina è felicissima di questa presenza e anche i pinguinetti lo sono.
Ma tre, checché se ne dica, NON è il numero perfetto. Già perché essere in tre significa che si è sempre 2 contro 1.
Quindi credo che alla fine ai pinguini vada bene restare in due.
Ma gli amici sono sempre i benvenutissimi !!!
Le antenne di mamma pinguina restano sempre in allerta pronte a percepire tutto!!!
Tuesday, July 31, 2012
Monday, July 30, 2012
Audience
Ok Italy, USA. So chi è in France e in Sweden e anche UK ma... Portugal, Russia, Spain e Brazil??? Chi sono??? Sono curiosissima!!!!!!!!
A proposito: Alessandra mi hai tradita? Non vedo più il Canada!!!
Saturday, July 28, 2012
Prostituirsi... all'ipocrisia!
Immaginate quanto possa essere piacevole per un bambino arrivare al Ballgame e scoprire che, poco dopo i tornelli all'ingresso, c'e' una montagna di cappellini come questo ad attenderlo:
Si, perche' oggi in Promotion c'e' il Camouflage Brewers Cap.
Perche' e' un cappellino militare? Naaaaaaaaaaaaaaaah!!!
Perche' non c'e' la misura piccola? Naaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!
Dai, guardatelo bene bene...
Chiamate a casa, volete l'aiuto del pubblico o fate il 50/50?!?!?!
Ecco l'aiutino:
Teloli'!!!
Il cappellino ha lo stemma della Miller High Life che e' una delle famose birre locali!
E infatti, in piccolo piccolo piccolo piccolo, la didascalia della Promo continuava:
Si, perche' oggi in Promotion c'e' il Camouflage Brewers Cap.
Con l'acquolina in bocca i bambini seguono i loro genitori che ricevono dall'addetto dello staff il fantastico cappellino.
Quando pero' allungano la manina verso l'omone nero, alto come un grattacielo e con due spalle cosi', ricevono un sorriso cariato e un rifiuto alla consegna del berrettino!
Gli occhi si spalancano e le mascelle grattugiano inesorabilmente il pavimento: Why?!?!?! Pecche'?!?!?!
Guardatelo attentamente...Perche' e' un cappellino militare? Naaaaaaaaaaaaaaaah!!!
Perche' non c'e' la misura piccola? Naaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!
Dai, guardatelo bene bene...
Chiamate a casa, volete l'aiuto del pubblico o fate il 50/50?!?!?!
Ecco l'aiutino:
Teloli'!!!
Il cappellino ha lo stemma della Miller High Life che e' una delle famose birre locali!
E infatti, in piccolo piccolo piccolo piccolo, la didascalia della Promo continuava:
"The first 15,000 fans 21 and older will receive a camouflage Brewers cap, compliments of Miller High Life."
Quindi: Nix, Nada, Nisba, Niet, Nein, No!
Niente cappellino per i "Bimbi" con meno di 21 anni!
Non importa se sono appena entrati al "Miller Park"!!!
Non importa se ovunque campeggia a caratteri cubitali il logo dell'indigeno alcolico!
Non importa se stanno andando a vedere i "Brewers"!
Purche' non gli venga dato il cappellino con il maledetto e subliminale richiamo!
Risultato:
I genitori - TUTTI_MA_PROPRIO_TUTTI_I_GENITORI - hanno rinunciato al loro cappellino per appoggiarlo amorevolmente sulla testolina dei loro pargoli!
Ma che razza di ipocrita morale e' questa?!?!
Chi e' il paraculo che poteva pensare una cosa tanto insulsa?!?!
Chi e' il paraculo che poteva pensare una cosa tanto insulsa?!?!
Friday, July 27, 2012
Blog 100% affidabile !!!
Accipicchia!!! Oggi ho ricevuto questo premio e ne sono davvero orgogliosa.
Per ricevere questo premio significa che il mio blog segue queste semplici regole:
1) E' aggiornato regolarmente
2) Mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive
3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori
4) Offre contenuti ed informazioni utili e originali
5) Non é infarcito di troppa pubblicità
Innanzitutto ringrazio di questa nomina DestinazioneEstero perché evidentemente, oltre a frequentare questo blog, crede in me e ha capito la passione che ci metto. Io mai riuscirò a fare quello che ha fatto lei, ma amo leggere i suoi racconti e poter fare un piccolo confronto: in fondo anche le sue figlie affrontano scuole nuove e lingue nuove e anche loro devono adattarsi a nuove culture, nuovi sistemi, nuove lingue. Insomma, pur se in longitudini differenti, viviamo le stesse sensazioni. GRAZIE ANCORA!
Il mio è un blog scritto a quattro mani (per scrivere a penna ciascuno di noi usa una mano ma al computer ne usiamo due!): alcuni post sono miei, quelli più sentimentali, altri sono del mio compagno, quelli un po' più simpatici che raccontano le nostre follie! Nasce alla vigilia di un viaggio negli USA: volevo tenere un filo di comunicazione aperto con famiglia e amici in Italia. E poi ci siamo accorti, col passare del tempo, che per molti il nostro blog era una lettura quotidiana, chi per divertirsi, chi per sognare di poter fare una simile esperienza, chi per avere informazioni utili.
E ora, dopo tutto quello che abbiamo affrontato, scoprire che qualcuno ci attribuisce questa qualifica... mi emoziona moltissimo.
Vorrei girare questa nomina ai blog che maggiormente spulcio:
Aria Fritta
Family@Work
Cappuccino & Baguette
MommyPlanner
Paul, Nick & Sara
GRAZIE ANCORA!!!
Thursday, July 26, 2012
Mamme italiane vs. Mamme americane
Il web è pazzesco: inizi a leggere una cosa e ti ritrovi a leggerne altre 10 se cedi e segui l'intreccio di link. Oggi, leggendo su FB il post di una blogger, sono arrivata al suo blog e a questo suo articolo sul confronto fra mamme italiane e mamme inglesi.
E così le ho spudoratamente rubato l'idea e mi sono mentalmente fatta un confronto fra mamme italiane e mamme americane.
A scuola e non solo.
Come ben sapete noi siamo nella regione dei Great Lakes dove l'inverno è freddo, ma freddo davvero. Nonostante questo, e qui potrei fare un elenco di mamme italiane che urlerebbero all'orrore, i bambini delle elementari l'intervallo lo fanno fuori! Ovviamente il regolamento scolastico impone che il bambino sia dotato di calzatura idonea, pantaloni impermeabili, giacca a vento e guanti. Altrimenti il bambino non potrà andare a giocare coi suoi compagni. Quindi la famiglia di pinguini ha fornito la pinguina piccola di abbigliamento idoneo. E quanto si divertiva a giocare nella neve con i suoi compagni.
Alle medie la situazione è diversa. Esiste un codice sull'abbigliamento ma questo codice non include le calzature... Immaginatevi lo stupore di mamma pinguina quando, con 30 cm di neve, 15°C SOTTO zero, dopo aver imposto al proprio pinguino scarponcini, guanti, berretto, sciarpa e giacca, si trova davanti una giungla di ragazzi/e con addosso jeans, una felpa (niente giacca), alcuni una sciarpa e... UDITE UDITE... calzini e CIABATTE!!! Sì! Qui usano così. O in primavera, con temperature di poco sopra lo 0, si mettono le maniche corte e i bermuda.
Ovviamente non è una regola per tutti. Il bello di questo paese è che puoi andare in giro conciato come ti pare (anche in pigiama... giuro! le ho viste io!) e nessuno ti dirà mai nulla! E quindi non stupitevi se in piena estate, con 40°C SOPRA zero, vedrete in giro ragazzine con scarponcino imbottito.
Noi mamme italiane grideremmo all'orrore! Quante mamme conosco che urlano contro le maestre che in inverno, seppur nelle ore più calde della giornata, fanno uscire i bambini a giocare per cambiar aria (ai bambini ma anche all'aula...). E io a spiegare che i bambini si ammalano perché stanno troppo al chiuso e respirano germi, batteri e aria poco limpida, NON perché fuori fa freddo!
E volete sapere una cosa bellissima? NON SI AMMALANO!!! CHE ABBIANO RAGIONE LORO?
Al ristorante.
Ogni ristorante è munito di un numero adeguato di seggioloni in modo che le famiglie, NON rare, con 4 figli piccoli, non resti senza.
Ogni mamma (o quasi) è munita di tovaglietta-in-plastica-adesiva-usa-e-getta che appiccicano al tavolo impedendo alla creatura di sporcare proprio ovunque.
Ogni cameriere affronta sempre con un sorriso il bambino che arriva al ristorante anche quando il bambino corre fra i tavoli o fa qualche marachella col cibo.
Ogni mamma e papà vive con estrema serenità il bambino casinista che si spalma cibo ovunque. E non se lo cura proprio più di tanto. Finito il pasto una pulita veloce e si torna a casa.
Sembra anche a voi come a me di sentire le urla delle mamme italiane? NON FARE QUESTO! NON FARE QUELLO! ORA SMETTILA! HO DETTO BASTA!... E poi magari ci scappa la sberla... AHI! Qui non potete farlo! Ricordatevelo bene: non si danno sberle ai bambini in luoghi pubblici perché vi potrebbero denunciare e passereste i guai!!!
Ma un giorno anche quei bambini diventeranno ragazzini o giovani adulti e avranno imparato a mangiare senza sporcarsi, a volte, e a non fare casino al ristorante, A VOLTE! Insomma, come diceva mia mamma quando mi lamentavo che mia figlia usava ancora il pannolino per dormire: "non ti preoccupare che ad un certo punto crescerà e smetterà!". Già, forse è lo stesso principio che usano qui.
Tanto poi alla fine i figli delinquenti li hanno qui quanto in Italia, e non è certo sgridarli sempre oppure mai che impedirà loro di diventare delinquenti. Sono altri gli insegnamenti da dare ai nostri figli.
Buona giornata!
E così le ho spudoratamente rubato l'idea e mi sono mentalmente fatta un confronto fra mamme italiane e mamme americane.
A scuola e non solo.
Come ben sapete noi siamo nella regione dei Great Lakes dove l'inverno è freddo, ma freddo davvero. Nonostante questo, e qui potrei fare un elenco di mamme italiane che urlerebbero all'orrore, i bambini delle elementari l'intervallo lo fanno fuori! Ovviamente il regolamento scolastico impone che il bambino sia dotato di calzatura idonea, pantaloni impermeabili, giacca a vento e guanti. Altrimenti il bambino non potrà andare a giocare coi suoi compagni. Quindi la famiglia di pinguini ha fornito la pinguina piccola di abbigliamento idoneo. E quanto si divertiva a giocare nella neve con i suoi compagni.
Alle medie la situazione è diversa. Esiste un codice sull'abbigliamento ma questo codice non include le calzature... Immaginatevi lo stupore di mamma pinguina quando, con 30 cm di neve, 15°C SOTTO zero, dopo aver imposto al proprio pinguino scarponcini, guanti, berretto, sciarpa e giacca, si trova davanti una giungla di ragazzi/e con addosso jeans, una felpa (niente giacca), alcuni una sciarpa e... UDITE UDITE... calzini e CIABATTE!!! Sì! Qui usano così. O in primavera, con temperature di poco sopra lo 0, si mettono le maniche corte e i bermuda.
Non c'è la neve ma questa foto l'ho fatta (di nascosto) a febbraio in un giorno in cui c'erano -3°C |
Ovviamente non è una regola per tutti. Il bello di questo paese è che puoi andare in giro conciato come ti pare (anche in pigiama... giuro! le ho viste io!) e nessuno ti dirà mai nulla! E quindi non stupitevi se in piena estate, con 40°C SOPRA zero, vedrete in giro ragazzine con scarponcino imbottito.
Questi, per capirci |
Noi mamme italiane grideremmo all'orrore! Quante mamme conosco che urlano contro le maestre che in inverno, seppur nelle ore più calde della giornata, fanno uscire i bambini a giocare per cambiar aria (ai bambini ma anche all'aula...). E io a spiegare che i bambini si ammalano perché stanno troppo al chiuso e respirano germi, batteri e aria poco limpida, NON perché fuori fa freddo!
E volete sapere una cosa bellissima? NON SI AMMALANO!!! CHE ABBIANO RAGIONE LORO?
Al ristorante.
Ogni ristorante è munito di un numero adeguato di seggioloni in modo che le famiglie, NON rare, con 4 figli piccoli, non resti senza.
Ogni mamma (o quasi) è munita di tovaglietta-in-plastica-adesiva-usa-e-getta che appiccicano al tavolo impedendo alla creatura di sporcare proprio ovunque.
Ogni cameriere affronta sempre con un sorriso il bambino che arriva al ristorante anche quando il bambino corre fra i tavoli o fa qualche marachella col cibo.
Ogni mamma e papà vive con estrema serenità il bambino casinista che si spalma cibo ovunque. E non se lo cura proprio più di tanto. Finito il pasto una pulita veloce e si torna a casa.
Sembra anche a voi come a me di sentire le urla delle mamme italiane? NON FARE QUESTO! NON FARE QUELLO! ORA SMETTILA! HO DETTO BASTA!... E poi magari ci scappa la sberla... AHI! Qui non potete farlo! Ricordatevelo bene: non si danno sberle ai bambini in luoghi pubblici perché vi potrebbero denunciare e passereste i guai!!!
Ma un giorno anche quei bambini diventeranno ragazzini o giovani adulti e avranno imparato a mangiare senza sporcarsi, a volte, e a non fare casino al ristorante, A VOLTE! Insomma, come diceva mia mamma quando mi lamentavo che mia figlia usava ancora il pannolino per dormire: "non ti preoccupare che ad un certo punto crescerà e smetterà!". Già, forse è lo stesso principio che usano qui.
Tanto poi alla fine i figli delinquenti li hanno qui quanto in Italia, e non è certo sgridarli sempre oppure mai che impedirà loro di diventare delinquenti. Sono altri gli insegnamenti da dare ai nostri figli.
Buona giornata!
Wednesday, July 25, 2012
Prove di amicizia
Alla famiglia di Pinguini qualche giorno fa si è aggiunto un elemento che farà parte del gruppo per 2 settimane.
Pinguino Stefano è ovviamente il più felice essendo il suo Amico (con la A maiuscola!). I due hanno passato insieme i 5 anni delle elementari e hanno tanto in comune: oltre alla data di nascita, hanno goduto della stessa linea educativa che li ha fatti maturare bene, in fretta e con una certa autonomia. Sì perché ho notato, nel corso di questi anni, che noi e i suoi genitori seguiamo lo stesso sistema educativo. Forse anche questo li fa stare tanto bene insieme.
Ora pare condivideranno anche la passione per Big Bang Theory... aiuto! Se anche lui impara le battute di Sheldon a memoria, siamo fritti!!!
Ieri sera il nostro ospite ha subito l'incursione di un'amica americana di Pinguina Francesca ed entrambi affrontavano il medesimo disagio: lui non capiva quando parlavamo in inglese e lei non capiva quando parlavamo in italiano!!! E intanto i vari pinguini a turno facevano da traduttori!
Così entrambi ora, forse, sanno cosa provavano i miei due pinguini prima di imparare la lingua locale!!!
Ma questa esperienza è di notevole importanza. Essere amici, grandi amici è più facile quando poi la sera ognuno se ne torna al proprio nido accanto alla propria famiglia. Diventa meno facile quando si è "costretti" a stare 24 ore su 24 sempre insieme per 15 giorni e uno dei due, inoltre, si trova a qualche migliaio di chilometri dalla propria casa e dalla propria famiglia. Se l'amicizia sopravvive a questa esperienza, allora resterà tale per molto molto tempo, o per sempre.
Tant'è! Mamma Pinguina resta con le orecchie e tutti i suoi sensi all'erta per percepire qualsiasi segnale di disagio da parte di uno di loro. Fin'ora pare tutto ok.
Stay tuned!
Pinguino Stefano è ovviamente il più felice essendo il suo Amico (con la A maiuscola!). I due hanno passato insieme i 5 anni delle elementari e hanno tanto in comune: oltre alla data di nascita, hanno goduto della stessa linea educativa che li ha fatti maturare bene, in fretta e con una certa autonomia. Sì perché ho notato, nel corso di questi anni, che noi e i suoi genitori seguiamo lo stesso sistema educativo. Forse anche questo li fa stare tanto bene insieme.
Ora pare condivideranno anche la passione per Big Bang Theory... aiuto! Se anche lui impara le battute di Sheldon a memoria, siamo fritti!!!
Ieri sera il nostro ospite ha subito l'incursione di un'amica americana di Pinguina Francesca ed entrambi affrontavano il medesimo disagio: lui non capiva quando parlavamo in inglese e lei non capiva quando parlavamo in italiano!!! E intanto i vari pinguini a turno facevano da traduttori!
Così entrambi ora, forse, sanno cosa provavano i miei due pinguini prima di imparare la lingua locale!!!
Ma questa esperienza è di notevole importanza. Essere amici, grandi amici è più facile quando poi la sera ognuno se ne torna al proprio nido accanto alla propria famiglia. Diventa meno facile quando si è "costretti" a stare 24 ore su 24 sempre insieme per 15 giorni e uno dei due, inoltre, si trova a qualche migliaio di chilometri dalla propria casa e dalla propria famiglia. Se l'amicizia sopravvive a questa esperienza, allora resterà tale per molto molto tempo, o per sempre.
Tant'è! Mamma Pinguina resta con le orecchie e tutti i suoi sensi all'erta per percepire qualsiasi segnale di disagio da parte di uno di loro. Fin'ora pare tutto ok.
Stay tuned!
Tuesday, July 24, 2012
Saturday, July 21, 2012
Friday, July 20, 2012
Un soffio di aria tricolore
Cosa vuol dire andare a vivere all'estero?
Tante cose. Le più ovvie: vivi lontano dagli affetti, dalla famiglia, dai tuoi amici più cari. Impari ad usare-abusare dei mezzi di comunicazione come blog, skype, mail, facebook perché ti fanno sentire ancora parte di qualcosa.
Significa che devi cambiare completamente la tua esistenza, le tue abitudini, la gestione della quotidianità, talvolta anche il tuo modo di vedere le cose. Dopo qualche mese cominci a sentirti forte, diventi una roccia e la tua pellaccia diventa dura. Eh sì.
Significa che quelle chiacchierate che magari facevi con tua sorella seduta su un divano o intorno ad un tavolo, ora tocca farle via mail perché gli orari non coincidono più.
Ma c'è dell'altro.
Vivere all'estero significa che quando vedi un tricolore ti emozioni. Quando senti qualcuno che parla la tua lingua, ti senti suo amico e cominci a chiacchierarci. Alla fine magari lo inviti anche a cena! E poi c'è l'orgoglio e quando vedi un ristorante "italiano" vorresti andar dentro e spiegar loro che stanno dando un pessimo esempio della cucina italiana. Ti senti di saperne più di loro (be'... effettivamente!).
E poi ti capita di arrivare in un aeroporto per andare a prendere l'amico di tuo figlio e ti sembra quasi che arrivi un pezzo di famiglia. Te lo gusti, vuoi che ti racconti qualcosa della tua città, degli ex compagni di classe, qualcosa che ti faccia sentire "casa".
Allora mi metto nei panni di quelle persone che sono qui da 5-10 o 20 anni. E magari sono persone che amano una squadra di calcio, la loro squadra del cuore ma trovandosi al di quà dell'Oceano, non possono andare a vedere la partita allo stadio. Hanno un vero e proprio fan club. Ed ecco che un giorno un sogno si realizza e la loro squadra del cuore arriva qui, per giocare nella loro città, sui loro campi. Da non credere. Si danno tutti appuntamento all'aeroporto per accogliere i loro beniamini. Bambini, ragazzi, mamme, nonni, tutti con la maglia del numero 10 e il quadernetto pronto per gli autografi. Bandiere che inneggiano la squadra, l'allenatore, il numero 10. Qualcuno dice "Non è che li faranno passare da un'altra uscita?" "Mannò! Sanno che i loro fan son qui ad aspettarli". Il presidente del fan club era eccitatissimo e ci ha raccontato come è nato il club, perché gli han dato quel nome, e aneddoti vari. Non stava più nella pelle.
Ed eccola, l'intera squadra con l'allenatore e tutti i manager, con il loro carico di bagagli. Macchine fotografiche pronte, canzoni, inni e l'applauso pronto. Ma... i loro idoli passano velocemente, senza salutare, senza fare un autografo, né un sorriso per le foto. L'allenatore con gli occhiali scuri per non farsi nemmeno guardare. E in 4 secondi e mezzo... spariti! Saliti sul pulman che li aspetta lì fuori e via. E i loro fan con la coda fra le gambe, la testa bassa, con un silenzio assordante, ripongono le loro bandiere. I bambini delusi prendono per mano le loro mamme e se ne tornano a casa. Sperando, forse, che domenica allo stadio li degnino di una maggior considerazione.
E magari per arrivar lì hanno pagato un mezzo o un parcheggio, e magari qualcuno ha preso ferie dal lavoro.
Ma tutto questo a quegli 11 e più non interessa. Se ne sono andati. In fretta.
A me, personalmente, di quegli 11 non interessava assolutamente niente ma ho sentito anche io la profonda delusione. Perché quando sei lontano ti attacchi anche a queste cose e ti sembra quasi di aver trattenuto il fiato in attesa di questo SOFFIO DI ARIA TRICOLORE. E ora torneranno a trattenere il fiato in attesa di un sorriso di quel numero 10 e dei suoi compagni.
Buona notte a voi tifosi e ai miei lettori.
Tante cose. Le più ovvie: vivi lontano dagli affetti, dalla famiglia, dai tuoi amici più cari. Impari ad usare-abusare dei mezzi di comunicazione come blog, skype, mail, facebook perché ti fanno sentire ancora parte di qualcosa.
Significa che devi cambiare completamente la tua esistenza, le tue abitudini, la gestione della quotidianità, talvolta anche il tuo modo di vedere le cose. Dopo qualche mese cominci a sentirti forte, diventi una roccia e la tua pellaccia diventa dura. Eh sì.
Significa che quelle chiacchierate che magari facevi con tua sorella seduta su un divano o intorno ad un tavolo, ora tocca farle via mail perché gli orari non coincidono più.
Ma c'è dell'altro.
Vivere all'estero significa che quando vedi un tricolore ti emozioni. Quando senti qualcuno che parla la tua lingua, ti senti suo amico e cominci a chiacchierarci. Alla fine magari lo inviti anche a cena! E poi c'è l'orgoglio e quando vedi un ristorante "italiano" vorresti andar dentro e spiegar loro che stanno dando un pessimo esempio della cucina italiana. Ti senti di saperne più di loro (be'... effettivamente!).
E poi ti capita di arrivare in un aeroporto per andare a prendere l'amico di tuo figlio e ti sembra quasi che arrivi un pezzo di famiglia. Te lo gusti, vuoi che ti racconti qualcosa della tua città, degli ex compagni di classe, qualcosa che ti faccia sentire "casa".
Allora mi metto nei panni di quelle persone che sono qui da 5-10 o 20 anni. E magari sono persone che amano una squadra di calcio, la loro squadra del cuore ma trovandosi al di quà dell'Oceano, non possono andare a vedere la partita allo stadio. Hanno un vero e proprio fan club. Ed ecco che un giorno un sogno si realizza e la loro squadra del cuore arriva qui, per giocare nella loro città, sui loro campi. Da non credere. Si danno tutti appuntamento all'aeroporto per accogliere i loro beniamini. Bambini, ragazzi, mamme, nonni, tutti con la maglia del numero 10 e il quadernetto pronto per gli autografi. Bandiere che inneggiano la squadra, l'allenatore, il numero 10. Qualcuno dice "Non è che li faranno passare da un'altra uscita?" "Mannò! Sanno che i loro fan son qui ad aspettarli". Il presidente del fan club era eccitatissimo e ci ha raccontato come è nato il club, perché gli han dato quel nome, e aneddoti vari. Non stava più nella pelle.
Ed eccola, l'intera squadra con l'allenatore e tutti i manager, con il loro carico di bagagli. Macchine fotografiche pronte, canzoni, inni e l'applauso pronto. Ma... i loro idoli passano velocemente, senza salutare, senza fare un autografo, né un sorriso per le foto. L'allenatore con gli occhiali scuri per non farsi nemmeno guardare. E in 4 secondi e mezzo... spariti! Saliti sul pulman che li aspetta lì fuori e via. E i loro fan con la coda fra le gambe, la testa bassa, con un silenzio assordante, ripongono le loro bandiere. I bambini delusi prendono per mano le loro mamme e se ne tornano a casa. Sperando, forse, che domenica allo stadio li degnino di una maggior considerazione.
E magari per arrivar lì hanno pagato un mezzo o un parcheggio, e magari qualcuno ha preso ferie dal lavoro.
Ma tutto questo a quegli 11 e più non interessa. Se ne sono andati. In fretta.
A me, personalmente, di quegli 11 non interessava assolutamente niente ma ho sentito anche io la profonda delusione. Perché quando sei lontano ti attacchi anche a queste cose e ti sembra quasi di aver trattenuto il fiato in attesa di questo SOFFIO DI ARIA TRICOLORE. E ora torneranno a trattenere il fiato in attesa di un sorriso di quel numero 10 e dei suoi compagni.
Buona notte a voi tifosi e ai miei lettori.
Wednesday, July 18, 2012
Qualcosa di meraviglioso sta succedendo...
Ho dato vita al gruppo "sala da tè per expat" di cui ho già parlato qui. Ora ne sto raccogliendo dei meravigliosi frutti.
Innanzitutto ho avuto modo di incontrare personalmente 2 membri di questo meraviglioso gruppo, Giusi e Gianna. E poi ricevo, dagli stessi membri, continui ringraziamenti per aver creato il gruppo.
Abbiamo delle cuoche che condividono le ricette.
Poi c'è quella che ha paura di volare e chiede il nostro aiuto.
Chi ha i fantasmi in casa.
Chi fotografa un patibolo.
Chi va in Italia.
Insomma, ognuno di noi ha qualcosa da raccontare e da una piccola cosa ne esce una serie di 50-70 commenti e ci pieghiamo dalle risate. E spesso ci si incrociano gli occhi a star dietro a tutti i commenti e non fai in tempo a scrivere un commento che ce n'è già un altro in coda...
E alla fine, quando leggi commenti come:
Sono soddisfazioni!!!
E stasera dovrebbero incontrarsi altri 2 membri del gruppo. Che bella cosa!
Innanzitutto ho avuto modo di incontrare personalmente 2 membri di questo meraviglioso gruppo, Giusi e Gianna. E poi ricevo, dagli stessi membri, continui ringraziamenti per aver creato il gruppo.
Abbiamo delle cuoche che condividono le ricette.
Poi c'è quella che ha paura di volare e chiede il nostro aiuto.
Chi ha i fantasmi in casa.
Chi fotografa un patibolo.
Chi va in Italia.
Insomma, ognuno di noi ha qualcosa da raccontare e da una piccola cosa ne esce una serie di 50-70 commenti e ci pieghiamo dalle risate. E spesso ci si incrociano gli occhi a star dietro a tutti i commenti e non fai in tempo a scrivere un commento che ce n'è già un altro in coda...
E alla fine, quando leggi commenti come:
Giusi: Volevo ancora ringraziare Renata per avere avuto l'idea di questo gruppo, e per le tante persone meravigliose con cui sono venuta in contatto!
Manuela: In questi giorni ho la testa da un'altra parte, ma a questo post devo rispondere: tra i gruppi del genere, questo è il mio preferito perché nessuno critica nessuno, perché siamo in pochi ma buoni, perché è diretto bene, (thanking the admins) e perché abbiamo tutti felicemente scelto il paese in cui vivere senza troppe frustrazioni che possono inquinare la nostra vita :)
Francesca: A me piace l'equilibrio che si e' creato, ci rispettiamo e nessuno sbrana l'altro se si creano divergenze di opinioni.allora sai di aver fatto la cosa giusta. E scopri che a volte quella che è una propria personale esigenza, può diventare una gioia anche per altri.
Sono soddisfazioni!!!
E stasera dovrebbero incontrarsi altri 2 membri del gruppo. Che bella cosa!
Monday, July 16, 2012
Back to school
Appena arrivati qui, l'anno scorso, continuavo a vedere e a sentire pubblicità ovunque che richiamava il "back to school". Non ci capivo molto perché siamo a luglio e la scuola riprende a settembre... be', poi ho scoperto che alcune scuole riaprono i primi di agosto!
Il back to school richiamava sconti ovunque: dai negozi di abbigliamento, cartolerie, librerie e, ovviamente, supermercati. Ero ancora spaesata.
Ora sono in grado di dire di più.
Innanzitutto: gli sconti qui SONO VERI! E non compaiono solo in questo periodo dell'anno: gli americani trovano parecchie occasioni per fare gli sconti: back to school, thanks giving, christmas, s. valentine's day, easter, mother's day... e chi più ne ha più ne metta.
Ma torniamo al back to school.
Gli scaffali dei negozi sono già allestiti con il materiale scolastico: ogni distretto scolastico ha un proprio sito internet e una pagina in cui è elencato tutto il materiale necessario nel corso dell'anno. E non è che ogni classe ha il proprio. No! Ogni grade ha il proprio materiale!
Se si ha il tempo, consiglio di passare in rassegna OGNI SCAFFALE, OGNI RIPIANO perché si possono scoprire cose che non avremmo mai immaginato esistessero. Ad esempio, dovete sapere che alle medie e alle superiori i ragazzi sono dotati di locker, quel simpatico armadietto che si vede in tutti i film/telefilm americani. Utilissimo: noi italiani a lamentarci che i nostri figli vanno a scuola carichi come muli, qui hanno risolto appunto con i locker in cui i ragazzi lasciano tutto il materiale scolastico. Tant'è che nell'elenco del materiale scolastico necessario non è elencato lo zaino! E così, passando in rassegna gli scaffali ho trovato questi UTILISSIMI, FONDAMENTALI accessori per il locker:
E ora ditemi: non vorreste tornare al liceo per poter avere anche voi questi oggettini simpatici nel vostro locker???
Il back to school richiamava sconti ovunque: dai negozi di abbigliamento, cartolerie, librerie e, ovviamente, supermercati. Ero ancora spaesata.
Ora sono in grado di dire di più.
Innanzitutto: gli sconti qui SONO VERI! E non compaiono solo in questo periodo dell'anno: gli americani trovano parecchie occasioni per fare gli sconti: back to school, thanks giving, christmas, s. valentine's day, easter, mother's day... e chi più ne ha più ne metta.
Ma torniamo al back to school.
Gli scaffali dei negozi sono già allestiti con il materiale scolastico: ogni distretto scolastico ha un proprio sito internet e una pagina in cui è elencato tutto il materiale necessario nel corso dell'anno. E non è che ogni classe ha il proprio. No! Ogni grade ha il proprio materiale!
Se si ha il tempo, consiglio di passare in rassegna OGNI SCAFFALE, OGNI RIPIANO perché si possono scoprire cose che non avremmo mai immaginato esistessero. Ad esempio, dovete sapere che alle medie e alle superiori i ragazzi sono dotati di locker, quel simpatico armadietto che si vede in tutti i film/telefilm americani. Utilissimo: noi italiani a lamentarci che i nostri figli vanno a scuola carichi come muli, qui hanno risolto appunto con i locker in cui i ragazzi lasciano tutto il materiale scolastico. Tant'è che nell'elenco del materiale scolastico necessario non è elencato lo zaino! E così, passando in rassegna gli scaffali ho trovato questi UTILISSIMI, FONDAMENTALI accessori per il locker:
Simpaticissimi specchietti magnetici per non presentarsi con i capelli fuori posto al cospetto del prof! |
Preziosi portapenne, magnetici anche questi, per avere la matita sempre pronta (qui non usano penne!) |
"Mai più senza": tappetini per non rovinare preziosi oggettini all'interno del locker. Importante: la misura è standard per locker piccoli e medi... |
E ora ditemi: non vorreste tornare al liceo per poter avere anche voi questi oggettini simpatici nel vostro locker???
La storia si ripete... ma è diversa
E come l'anno scorso, anche quest'anno l'azienda di Big Papi ha organizzato un Pic Nic per le famiglie.
Certo è che pensare allo stato d'animo dello scorso anno e a quello di quest'anno... mi ricordo che eravamo smarriti, l'inglese per i bambini (e non solo!) era ancora a livelli bassi bassi e non si muovevano da soli; e noi che ancora non sapevamo cosa ne sarebbe stato di noi...
Questa volta i ragazzi erano completamente autonomi (anche troppo, forse!), senza paura che qualcuno parlasse con loro. E noi con una maggiore consapevolezza, più rilassati e tranquilli nell'animo.
Certo è che pensare allo stato d'animo dello scorso anno e a quello di quest'anno... mi ricordo che eravamo smarriti, l'inglese per i bambini (e non solo!) era ancora a livelli bassi bassi e non si muovevano da soli; e noi che ancora non sapevamo cosa ne sarebbe stato di noi...
Questa volta i ragazzi erano completamente autonomi (anche troppo, forse!), senza paura che qualcuno parlasse con loro. E noi con una maggiore consapevolezza, più rilassati e tranquilli nell'animo.
Saturday, July 14, 2012
Barzelletta
Metti a cena un'americana, un filippino, uno svizzero (della Svizzera tedesca), quattro italiani prepara una cena tipicamente italiana in America ed ecco il risultato.
Tutto ha avuto inizio quando BigPapi mi ha chiesto se poteva invitare il suo collega che si fermava qui per il weekend per lavorare. OK, nessun problema. E' svizzero... ohhhh e cosa gli preparo? BigPapi è venuto in aiuto suggerendomi la pasta fatta "l'altra sera". Ecco il sugo:
OK. E poi? La fanno facile loro ma non puoi offrire solo la pasta. Allora ho pensato al prosciutto e melone... risssssssssssssssschiosissimo: mica a tutti (gli stranieri) piace!
(Poi apriamo un capitolo su come qui tagliano e confezionano il prosciutto crudo... che ogni volta mi prende il magone!)
Allora ho preparato un po' di verdure grigliate: melanzane, zucchini e peperoni.
Il dolce? Il tiramisu non è in stagione. La torta di mele? mmmm... Perché non quella all'ananas che esteticamente fa la sua porca figura?
Il dolce non è stato il massimo perché avevo poco burro e il tentativo di rimediare non ha dato i risultati sperati!
Il tutto offerto su una tavola dai colori molto estivi.
Ah... non dimentichiamo il gran finale: LA LIMONATA...
Il grande dubbio che mi accompagna fin da quando ero bambina (le mie sorelle capiranno perché), era "basterà per tutti? quanta pasta metto?". Il ragionamento è stato: quello che avanza mi risparmio di cucinarlo domani! Quindi butto giù un Kg di pasta (FUSILLI BARILLA), preparo 3 melanzane (una bruciata l'ho buttata) e non so quante zucchine, 6 peperoni. Ho tagliato 2 meloni e preso un pound (mezzo kg) di prosciutto.
Ed eccoci al gran finale di questa barzelletta: sono avanzate alcune fette di melone, un po' di pasta che non è sufficiente per una persona, e alcune zucchine...
Vedi l'effetto che fa la cena ITALIANA (vera!) agli stranieri?
Tutto ha avuto inizio quando BigPapi mi ha chiesto se poteva invitare il suo collega che si fermava qui per il weekend per lavorare. OK, nessun problema. E' svizzero... ohhhh e cosa gli preparo? BigPapi è venuto in aiuto suggerendomi la pasta fatta "l'altra sera". Ecco il sugo:
Pomodoro fresco, basilico (seminato e curato dalla nostra cucciola), olio extra-vergine |
2 meloni e 1 pound (1/2kg) di prosciutto |
Allora ho preparato un po' di verdure grigliate: melanzane, zucchini e peperoni.
Il dolce? Il tiramisu non è in stagione. La torta di mele? mmmm... Perché non quella all'ananas che esteticamente fa la sua porca figura?
Il dolce non è stato il massimo perché avevo poco burro e il tentativo di rimediare non ha dato i risultati sperati!
Il tutto offerto su una tavola dai colori molto estivi.
Ah... non dimentichiamo il gran finale: LA LIMONATA...
Il grande dubbio che mi accompagna fin da quando ero bambina (le mie sorelle capiranno perché), era "basterà per tutti? quanta pasta metto?". Il ragionamento è stato: quello che avanza mi risparmio di cucinarlo domani! Quindi butto giù un Kg di pasta (FUSILLI BARILLA), preparo 3 melanzane (una bruciata l'ho buttata) e non so quante zucchine, 6 peperoni. Ho tagliato 2 meloni e preso un pound (mezzo kg) di prosciutto.
Ed eccoci al gran finale di questa barzelletta: sono avanzate alcune fette di melone, un po' di pasta che non è sufficiente per una persona, e alcune zucchine...
Vedi l'effetto che fa la cena ITALIANA (vera!) agli stranieri?
Saturday, July 7, 2012
Un anno...
E' passato un anno. L'abbiamo festeggiato mentre eravamo in vacanza.
Ricordo ancora quando siamo arrivati, smarriti e senza ancora aver ben chiaro cosa ne sarebbe stato di noi, del nostro futuro e di questo viaggio. E come dei cuccioli abbiamo imparato a camminare, a nutrirci e a procacciarci il cibo.
Che dire? E' stato un anno strepitoso anche ripensando ai momenti difficili. A volte è pure bello pensare a quei momenti sapendo che "è passato". Sono stati proprio quei momenti difficili, per noi adulti ma anche e soprattutto per i più piccini, ad averci costruito un'ossatura più salda, un carattere più forte.
I momenti in cui la debolezza sembrava prendere il sopravvento ci sono stati, eccome. Ma li abbiamo affrontati INSIEME e superati. Uno alla volta, man mano che si presentavano davanti a noi. Anche la sofferenza aiuta a costruire la felicità.
Abbiamo imparato a conoscere una nuova terra, una nuova cultura. E siamo entrati a farne parte. Abbiamo conosciuto nuove usanze, nuovi ritmi e nuovi cibi, ma non intendiamo perdere la nostra memoria e le nostre tradizioni. Siamo stati in grado di rispettare le loro mantenendo le nostre.
Abbiamo imparato a conoscere la nostalgia e ad affrontarla. Farà parte di noi per sempre: finché staremo qui avremo nostalgia del nostro passato in Italia e quando verremo via avremo nostalgia di questa strepitosa avventura. Ma continuiamo a viverla nel migliore dei modi e sempre con un saldo e caldo sorriso sulle labbra.
Ricordo ancora quando siamo arrivati, smarriti e senza ancora aver ben chiaro cosa ne sarebbe stato di noi, del nostro futuro e di questo viaggio. E come dei cuccioli abbiamo imparato a camminare, a nutrirci e a procacciarci il cibo.
Che dire? E' stato un anno strepitoso anche ripensando ai momenti difficili. A volte è pure bello pensare a quei momenti sapendo che "è passato". Sono stati proprio quei momenti difficili, per noi adulti ma anche e soprattutto per i più piccini, ad averci costruito un'ossatura più salda, un carattere più forte.
I momenti in cui la debolezza sembrava prendere il sopravvento ci sono stati, eccome. Ma li abbiamo affrontati INSIEME e superati. Uno alla volta, man mano che si presentavano davanti a noi. Anche la sofferenza aiuta a costruire la felicità.
Abbiamo imparato a conoscere una nuova terra, una nuova cultura. E siamo entrati a farne parte. Abbiamo conosciuto nuove usanze, nuovi ritmi e nuovi cibi, ma non intendiamo perdere la nostra memoria e le nostre tradizioni. Siamo stati in grado di rispettare le loro mantenendo le nostre.
Abbiamo imparato a conoscere la nostalgia e ad affrontarla. Farà parte di noi per sempre: finché staremo qui avremo nostalgia del nostro passato in Italia e quando verremo via avremo nostalgia di questa strepitosa avventura. Ma continuiamo a viverla nel migliore dei modi e sempre con un saldo e caldo sorriso sulle labbra.
Sunday, July 1, 2012
Un sentiero di meraviglie!
A) Phoenix, AZ
B) Flagstaff - Sunset Crater - Wupatki - Walnut Canyon, AZ
C) Grand Canyon, AZ
D) Page - Horseshoe Bend - Antelope Point, AZ
E) Four Corners, AZ NM CO UT
F) Cortez, CO
G) Canyonlands National Park, UT
H) Moab, UT
I) Arches National Park, UT
J) Capitol Reef National Park, UT
K) Bryce Canyon National Park, UT
L) Zion National Park - Kolob Canyon, UT
M) Las Vegas, NV
N) Phoenix, AZ
Ultimo giorno...
6/29
L'ultimo giorno ci regala una graditissimo Tour e un altra preziosa amicizia:
Andiamo a visitare la case degli Arizona Diamond Backs in centro a Phoenix con il tour guidato del Ballpark.
Verso mezzogiorno, Gianna (e Bob) della "Sala da te per expats" ci accolgono nella loro dimora e ci deliziano con un pranzetto a base di prodotti italiani che si chiude con caffe' espresso fatto con la Moka e correzione a base di Grappa - Divino!!!
Bimbi a mollo in piscina a giocare con Bob e con i cani ai Pirati dei Caraibi.
Il pomeriggio finisce poi al cinema a far passare il tempo prima di dirigersi verso l'aeroporto per il late flight di ritorno a casa!
Il viaggio che era iniziato con il Castello di Montezuma... si conclude con la Vendetta di Montezuma per i 3/4 della famiglia! Chissa' se/quando si riprenderanno... e vi risparmiamo i dettagli!
Andiamo a visitare la case degli Arizona Diamond Backs in centro a Phoenix con il tour guidato del Ballpark.
Verso mezzogiorno, Gianna (e Bob) della "Sala da te per expats" ci accolgono nella loro dimora e ci deliziano con un pranzetto a base di prodotti italiani che si chiude con caffe' espresso fatto con la Moka e correzione a base di Grappa - Divino!!!
Bimbi a mollo in piscina a giocare con Bob e con i cani ai Pirati dei Caraibi.
Il pomeriggio finisce poi al cinema a far passare il tempo prima di dirigersi verso l'aeroporto per il late flight di ritorno a casa!
Il viaggio che era iniziato con il Castello di Montezuma... si conclude con la Vendetta di Montezuma per i 3/4 della famiglia! Chissa' se/quando si riprenderanno... e vi risparmiamo i dettagli!
Wet 'n' Wild Phoenix
6/28
Tranquilli... non lasciatevi intimorire dal titolo... Non c'e' bisogno di allontanare sbarbini underage o di rispolverare oggettistica fetish da cassetti e armadi!
Per scelta gli ultimi giorni della vacanza sono stati pianificati come No-Time-No-Rules!
Quindi si cincischia finche' tutti sono pronti = A lungo!
Il programma della giornata prevede la visita al Challenger Space Center Arizona; abbastanza pretenzioso dal sito e sulle guide locali, si e' dimostrato un po' noioso all'inizio e riscattato verso la fine del tour quando la guida (Hyper-Boring) ci ha fatto entrare in una serie di locali che riproducevano le sale di comando dello shuttle.
Pranzo al Subway (alle 4pm - Told ya: No Time, No Rule) e poi via verso il Selvaggio e Bagnato parco acquatico che offre l'ingresso scontato dalle 5p alle 10p - fare tutto il giorno sarebbe stato da suicidio con il caldo e il sole che c'erano:
Le rides sono emozionanti, ma con il fatto che da queste parti sono un po' tutti maniaci per la sicurezza - almeno per quella apparente - non c'era nulla di realmente impressionante e per tutte si dovevano utilizzare i ciambelloni o i canottoni. Quindi niente discese kamikaze a 90 gradi solo sulla schiena.
Divertimento per tutti in famiglia e parco che cambia faccia all'imbrunire quando si accendono le luci e la ressa comincia a defluire.
Tutti a casa rinfrescati e elettrizzati!
Per scelta gli ultimi giorni della vacanza sono stati pianificati come No-Time-No-Rules!
Quindi si cincischia finche' tutti sono pronti = A lungo!
Il programma della giornata prevede la visita al Challenger Space Center Arizona; abbastanza pretenzioso dal sito e sulle guide locali, si e' dimostrato un po' noioso all'inizio e riscattato verso la fine del tour quando la guida (Hyper-Boring) ci ha fatto entrare in una serie di locali che riproducevano le sale di comando dello shuttle.
Pranzo al Subway (alle 4pm - Told ya: No Time, No Rule) e poi via verso il Selvaggio e Bagnato parco acquatico che offre l'ingresso scontato dalle 5p alle 10p - fare tutto il giorno sarebbe stato da suicidio con il caldo e il sole che c'erano:
Le rides sono emozionanti, ma con il fatto che da queste parti sono un po' tutti maniaci per la sicurezza - almeno per quella apparente - non c'era nulla di realmente impressionante e per tutte si dovevano utilizzare i ciambelloni o i canottoni. Quindi niente discese kamikaze a 90 gradi solo sulla schiena.
Divertimento per tutti in famiglia e parco che cambia faccia all'imbrunire quando si accendono le luci e la ressa comincia a defluire.
Tutti a casa rinfrescati e elettrizzati!
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