"C'era una volta un ragnetto che si era perso...
Non si sa come abbia fatto, ma si era perso fra i capelli di una bambina tanto carina.
Quando la bambina l'ha visto ha urlato di paura. Ma lei non poteva sentire quanto forte urlava il ragnetto. Spaventato da quel grido fortissimo per le sue minuscole orecchie. Spaventato da quella bambina gigantesa, lui così piccino picciò.
Poverino. E che volo ha fatto: un metro fino a terra ma quel metro per lui era infinitamente lungo.
Precipitato a terra era stordito, spaventato e sicuramente ferito.
E la bambina continuava ad urlare e a tremare dallo spavento... per un ragnetto tanto piccino...
E quel ragnetto non capiva: come può una bambina tanto grande spaventarsi di un ragnetto tanto piccino?
Ma la paura, si sà, nulla può. Non è razionale, la paura."Sarà ancora vivo il ragnetto?
E la bambina?
Ehi, ma che fai? Ci lasci così, senza ulteriori sviluppi!?!?!?!? Che ne è stato dei protagonisti?
ReplyDeleteBaci!!
La figlia è ancora viva. Il ragno... be'... non proprio: un po' lo spavento e un po' una bella pestata... quatto quatto è finito nel gabinetto!!!
ReplyDeleteSorrido...
ReplyDeleted.
Ho seguito il tuo consiglio, Dario!
ReplyDeleteMa povero ragno!!!! ;-)
ReplyDelete(sarei un buon padre?)
ReplyDelete;-)
DECISAMENTE!!!
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