Thursday, August 25, 2011

una serata italo-americana a Kenosha

Appuntamento alle 6.30pm all'Italian American Club per assistere ad uno splendido torneo italo-americano di BOCCE!
Sono tornata bambina, mi sedevo sulle sedie mezze arrugginite della Canottieri e guardavo quelli che per me erano dei vecchietti che passavano ore a giocare a bocce, litigare per un centimetro e poi bere tutti insieme un bicchiere di vino. Erano buffi quei signori. Uno era un mio vicino di casa che amava stare seduto su una sedia a dondolo. Sul campo di bocce diventava invece un guerriero. Ho pensato a lui ieri e mi è sembrato di vederlo lì.

Erano bellissimi. Giovani e meno giovani. Tutti ugualmente concentratissimi.

ognuno con la maglietta che ne certifica l'italianità! E sul fondo, non si vede, il bordo del campo pitturato di rosso-bianco-verde!!!

notate la finezza: boccino bianco e bocce rosse e verdi...

Ovviamente appena si è diffusa la notizia di una nuova famiglia italiana sono venuti tutti a salutarci, a presentarsi (morire se mi ricordo anche un solo nome!!!) e a dare dimostrazione del proprio "italiano". C'era uno che mi ricordava troppo il tipo da spiaggia: camicia bianca di lino mezza slacciata, bermuda color sabbia, paglietta in testa e occhiali da sole. E tutti col sigaro. Eravamo quasi commossi da questo stacco di Italia nel mondo. E loro non sanno che queste cose in Italia non si vedono quasi più se non in pochi, rari circoli.

Dopo questo spettacolo il nostro ospite, MP, ci ha portati a cena da un suo amico calabrese. Siamo entrati in un giardino che era un vero e proprio spettacolo, non solo per gli alberi da frutta (fico, pero, vite, pesco...), e non solo per le piante da verdura (pomodori di ogni categoria, cipolle, melanzane, zucchini, peperoni...) ma lo spettacolo erano le infinità di statuette e statuine raffiguranti di tutto: dal cerbiatto al bambinello, dal puttino a biancaneve, ciondoli pendenti, campane del vento... per ricordarmi tutto avrei dovuto mettermi a prendere appunti (meglio sarebbe stato fotografarlo!).  Ho contato 3 madonne e un Gesù ciascuno col proprio altarino. Ma sono certa che in quella giungla di piante e alberi ne avrei trovati altri.
La casa, molto grande, era un eccesso di ninnoli e oggetti vari. Tutto molto kitch come anche commentato da Son a serata finita, tornando a casa.
Ma questo ci ha fatto capire che quando sei "costretto" ad allontanarti dalla tua terra, dalle tue origini, ti attacchi anche al più strano e insignificante oggetto. Quell'oggetto che in qualche modo ti fa sentire legato alla tua terra, quella terra che non si ricorda più di te. In ognuno di quegli oggettini c'era un pezzo della loro storia. E loro non butteranno mai nessuno di quegli oggetti. Pur non avendo più alcuno spazio, ogni ripiano, ogni superficie, ogni pezzo di muro conteneva un oggetto, un pezzo delle loro antiche radici.

E poi abbiamo mangiato BENE con tutte cose del loro orto... una festa per le nostre papille gustative!!!

Insomma... VIVA I CALABRESI EMIGRATI A KENOSHA!!!

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