Ricordo che all'inizio avevamo una tavola abbastanza grande, rotonda. Ma era scomoda e difficile da gestire in caso di ospiti. Allora, con l'aiuto dei falegnami del Castellazzo, ci facemmo fare un tavolo su misura per farci stare comode almeno 8 persone. Non di quelli allungabili come li fanno ora. No, sempre lungo!
E poi in casa, una casa piuttosto grande, c'era sempre tanta gente, anche "stanziale". I miei cugini "americani" che sono stati da noi tanto; Francobollo e i suoi fratelli; mia cugina da Roma. Più i satelliti che stavano bene in casa nostra.
Niente TV in cucina. Solo la radio che dopo il giornale radio veniva spenta.
Su una delle mensole in cucina aveva un posto fisso il Dizionario della lingua italiana, Garzanti. Con la copertina blu in tela. Con alcune belle macchie. Eh sì perché noi lo usavamo in cucina! Ogni volta, ma proprio OGNI VOLTA che si discuteva su qualcosa, la discussione veniva interrotta perché qualcuno doveva dire la sua su un verbo, un accento, un sostantivo... e allora partivano le scommesse su chi aveva ragione. Quindi si consultava il Dizionario e partivano le urla "AVEVO RAGIONE IOOOOOOOO!!!" oppure i "NO! SBAGLIA SICURAMENTE!". Insomma, c'era sempre da discutere! Mica c'era internet. Mica c'era wikipedia. Qui si parla degli anni '70 - '80!!!
Poi c'è stato il periodo in cui mia mamma e mia sorella frequentavano una scuola di dizione e recitazione... e allora nessuno aveva più scampo: partivano le correzioni sugli accenti! E io, da brava piemontesina, li cannavo TUTTI!!! Pare che il maestro di mia sorella dicesse: "pensate a come metterebbe l'accento un piemontese ed è sicuramente il contrario"... Ma ho imparato molto!
Sapete qual'era la canzone che si cantava quasi quotidianamente in casa mia?
Aggiungi un posto a tavola
che c'è un amico in più
se sposti un po' la seggiola
stai comodo anche tu,
gli amici a questo servono
a stare in compagnia,
sorridi al nuovo ospite
non farlo andare via
dividi il companatico
raddoppia l'allegria.
che c'è un amico in più
se sposti un po' la seggiola
stai comodo anche tu,
gli amici a questo servono
a stare in compagnia,
sorridi al nuovo ospite
non farlo andare via
dividi il companatico
raddoppia l'allegria.
Ho ereditato questo dalla mia famiglia: aprire la mia casa, la mia cucina ad amici che vogliono condividere con noi tutto questo.
La cucina in realtà non esiste più come allora perché ora ci sono gli angoli cottura, ma la televisione resta spenta, si sta tutti insieme intorno al tavolo, si ride, si scherza, a volte si sgrida o si fa la ramanzina, ci si racconta la giornata o gli episodi, SI RICORDA. SI CONDIVIDE. Ai ragazzi poi piace tanto quando partiamo a raccontare episodi della nostra infanzia. E a quanto pare tutto questo piace tanto anche ai loro amici. Tanto che spesso non se ne vogliono più andare via e restano con noi un intero weekend o anche 6 giorni. E noi apriamo la tavola, e il cuore, e la rendiamo comoda per tutti.
Stamattina leggevo alcuni articoli al riguardo:
Il luogo “cucina”, invece, è uno spazio in grado, ancora e sempre, di comunicare un grande senso di famiglia e di intimità; quel senso di coesione e condivisione di cui ogni nucleo familiare e ogni bambino hanno bisogno per crescere bene. Ritrovarsi con i propri bambini a condividere un pasto preparato con cura ci offre l’occasione di creare un luogo e un tempo in cui si può relazionarsi e prendersi cura; un luogo e uno spazio in cui il rispetto per le regole e la libera e creativa espressione di se stessi non sono in antitesi. E’ in questo posto magico, inoltre, che il buon esempio degli adulti trova il suo habitat naturale, quale efficace strumento educativo.Poi c'è un articolo su Il Corriere secondo cui stare a tavola con i genitori, scongiura il consumo di droghe e alcool . Questo non so se e quanto sia valido ma... tentar non nuoce!
E ancora, ci sono studi sociologici al riguardo: i COMMENSALI. Credo ci sia materiale a sufficienza per una tesi di laurea!!!
Buona tavola a tutti!