Saturday, August 30, 2014
Thursday, August 28, 2014
Le 8 cose che per noi sono cambiate da quando viviamo all'estero
Recentemente mi è capitato di leggere un articolo dal titolo intrigante: 8 cose che cambiano per sempre quando vivi all’estero
Me lo sono letto e ho trovato TUTTO molto vero. Vediamo nel dettaglio
E, più in generale, l'intera nostra famiglia è cambiata. Dalle piccole routine quotidiane alle più grandi e importanti percezioni delle cose e delle persone intorno a noi. Ma alcuni pezzi sono rimasti uguali, nella stessa posizione in cui erano.
Sono meglio? Sono peggio? Non lo so. Ma a me vado benissimo così!
Leggendo i commenti al fondo di quell'articolo, ce ne sono tanti negativi. Forse anche io avrei commentato in quel modo 4 anni fa. Sono cose che vanno provate. E sono cose che, quasi sicuramente, non sono valide per tutti quelli che sono espatriati. Per me sì.
Me lo sono letto e ho trovato TUTTO molto vero. Vediamo nel dettaglio
Sì perché anche se qualcuno pensa che noi facciamo la bella vita, che siamo scappati perché non abbiamo avuto il coraggio di restare e combattere, vi garantisco che non abbiamo scelto sicuramente la via più facile. NO! Quindi, dopo alcuni mesi, anni ti rendi conto di aver fatto qualcosa di incredibile che non tutti riuscirebbero a fare. E sei orgoglioso di te stesso e della famiglia che è con te. E sai di essere diventata una roccia... be', un tronco d'albero forse!!!1. All’improvviso ti senti libero.
In realtà non è cambiato molto, sei libero proprio quanto lo eri prima, ma la sensazione di libertà che ti avvolge è tutta un’altra cosa. Dopo aver superato momenti difficili ed esser riuscito a guadagnarti quello che hai oggi in un posto a migliaia di chilometri da casa tua, senti che riusciresti a fare qualsiasi altra cosa.
Ci si rende conto che il mondo, oltre ai nostri confini, è enorme. Che, se vuoi hai opportunità di ricrearti, di reinventarti. E, davvero, non ti spaventa più l'andare incontro ad un'incognita. Questo vale però per gli adulti.2. L’adrenalina non ti abbandona mai.
Nel momento in cui decidi di fare la tua valigia e partire, scateni un continuo susseguirsi di emozioni. Quelle inaspettate e improvvisate, dalle quali ne vieni fuori con un’esperienza in più. Rivoluzioni la tua vita e cerchi di ridurre al minimo la routine quotidiana. Fa strano come il ricominciare da zero, che solitamente dovrebbe spaventarti, ti crea una specie di dipendenza. Sei sempre alla ricerca di nuovi stimoli e non hai paura a rischiare.
Oh! Quanto è vera questa! Sia nel parlare che nello scrivere. E poi capita che ti ritrovi a pensare a come raccontare una certa cosa in inglese, ma la persona a cui vuoi raccontarla è italiana! O il grande dubbio: "Oddio! ma quella cosa l'ho scritta in italiano o in inglese?" E allora corri a controllare perché non sai più.3. Non riesci più ad usare una sola lingua.
Quando condividi la quotidianità con un’altra lingua straniera, ti accorgi che non riesci più ad usare una sola lingua per esprimere a pieno quello che vorresti. Molte volte ti scappa una parola in un’altra lingua, altre volte non riesci a trovare le parole giuste e che rendano l’esatta idea della sensazione che provi. E’ un imparare e dimenticare continuo.
Basta guardare tanti miei post su questo blog, e anche quello appena precedente a questo. E considerate che tante volte succede ma non ho voglia di scriverlo.4. La nostalgia ti invade proprio quando meno te lo aspetti.
Potrebbe essere una canzone, un profumo, una parola o una foto a riportarti di colpo indietro nel passato. Proprio quando vivi la tua vita in modo tranquillo nel tuo nuovo paese, ecco che i ricordi e la nostalgia ti attaccano. In momenti come questi, ti mancheranno anche quelle piccolezze che neanche immaginavi, e daresti qualcunque cosa pur di tornare anche solo per un istante a quell’esatto momento.
Appunto! A volte vorrei raccontare delle cose che capitano (in questi giorni in particolare). Ma non ci riesco. Non so se mi mancano le parole per raccontarle o, davvero, ne ho in eccesso e non so organizzarle. Anche quando le amiche mi chiedono: "Come va?" Che faccio? Le intrattengo per un'ora per raccontare come va, o la chiudo con un semplice "Tutto ok" e andiamo avanti?5. Ti mancano le parole o forse ne hai in abbondanza.
Ci sono momenti in cui vorresti esprimere come ti senti ma ti mancano le parole, rispondere alla semplice domanda “come va?” può crearti un pò di confusione. Hai una marea di cose in testa – e nel cuore- che aspettano solo di esser tirate fuori, ma a volte alcune emozioni sono difficili da descrivere. Puoi provarci, ma viverle è tutta un’altra.
Vedo i miei figli crescere alla velocità della luce. Lo racconto. Poi quando sono là a Natale, mi rendo conto che anche i figli delle mie amiche sono cresciuti, proprio nello stesso modo. E ti accorgi che magari ci sono storie nuove da condividere, che non sei solo tu ad avere tante cose da raccontare.6. Al tuo ritono tutto segue normale.
Quando ti trovi all’estero hai la tua vita e le tue abitudini, ma non pensi molto a quelle lasciate a casa. Hai la consueta sensazione che a casa il tempo si sia fermato, o comunque procede ad un ritmo lento e con minimi cambiamenti. Ma tutte le volte che ritorni, ti rendi conto che a casa tutto segue con un ritmo normale, tutti continuano con le loro abitudini quotidiane. Ammetti che la vita va avanti senza di te.
Ecco, ne avevo già parlato. Quando mi dicono che ho/abbiamo avuto tanto coraggio, io non capisco. Non mi sono mai sentita coraggiosa. Semplicemente era il mio sogno. Lo volevo fortemente e ho preso il volo appena l'opportunità ha bussato alla nostra porta!7. Capisci che il coraggio è sopravvalutato.
Molto spesso ti sentirai dire che hai avuto coraggio ad andar via e provarci. La verità è che tu, anche se hai avuto paura, sai perfettamente che il coraggio è solo un 10% della grande decisione. Per tutto il resto si tratta di volontà! Vuoi farlo? Vuoi provarci? Beh, nessuno te lo impedisce, fallo! Non esistono coraggiosi o cadardi in queste situazioni. E ricorda che comunque vada, ti sarà servito come esperienza personale.
Non smetterò mai di dirlo: non sono più, e mai più sarò, la Renata che ero il 26 Giugno 2011. Da allora molti pezzettini di me sono stati totalmente rivoluzionati. Alcuni sostituiti in toto e altri solo modificati. E come/con me anche ogni singolo membro di questa famiglia.8. Cambi.
E’ una cosa che hai sentito dire un miliardo di volte e ti sembrerà un pò scontato ascoltarlo adesso per l’ennesima volta, ma è la pura verità. Un’esperienza del genere ti cambia, molto probabilmente non te ne accorgerai subito, ma con il passare del tempo sarai in grado di vederlo in modo più chiaro. E’ come se smontassi ogni singolo pezzo di te stesso, per poi rimetterli tutti insieme secondo un nuovo e naturale ordine. Sei cresciuto, hai cicatrici ed hai vissuto.
E, più in generale, l'intera nostra famiglia è cambiata. Dalle piccole routine quotidiane alle più grandi e importanti percezioni delle cose e delle persone intorno a noi. Ma alcuni pezzi sono rimasti uguali, nella stessa posizione in cui erano.
Sono meglio? Sono peggio? Non lo so. Ma a me vado benissimo così!
Leggendo i commenti al fondo di quell'articolo, ce ne sono tanti negativi. Forse anche io avrei commentato in quel modo 4 anni fa. Sono cose che vanno provate. E sono cose che, quasi sicuramente, non sono valide per tutti quelli che sono espatriati. Per me sì.
Wednesday, August 27, 2014
Un po' di silenzio ogni tanto non guasta
E' da un po' che non scrivo. Succede. Ci sono momenti in cui le idee scarseggiano, o forse semplicemente non si ha la capacità di condividere ciò che si vive.
Dopo il giro della California che mi ha sovraccaricato il cuore e gli occhi di emozioni, ho avuto un blackout! Forse per l'impossibilità di raccontare ciò che hanno visto i miei occhi. Non so.
Ma ora eccomi qui a condividere con voi nuove emozioni.
Una settimana fa sono arrivati i nostri amici da Bollate, quelli con cui passiamo sempre il capodanno e con cui usavamo condividere tantissime cene e tazze di tè quando eravamo in Italia. Siamo amici da più di 9 anni e insieme ne abbiamo passate.
Finalmente sono venuti a trovarci.
Nei giorni che hanno preceduto il loro arrivo pensavo a cosa far vedere, cosa raccontare. Difficile concentrare tutto in pochi giorni. I miei luoghi, la mia routine, le nostre piccole grandi dis/avventure... Impossibile. Dovevo cercare di riassumere il più possibile. Ci ho provato ma ogni giorno è stato prolungato il più possibile: si andava a letto tardi e ci si svegliava presto (almeno io e Lori!) per non perdere minuti preziosi.
Ecco quello che abbiamo fatto in questi 6 giorni.
Primo giorno: visita alle scuole dei miei figli e ai posti in cui vado a fare la spesa e al mitico Jelly Belly Factory.
Secondo giorno: giro a Milwaukee al museo della Harley-Davidson, al birrificio della Miller, alla statua di Fonzie e poi una partita di MLB con tailgate. E la sera, arrivati a casa, spaghetti aglio-oglio-peperoncino che da decenni non facevo!
Terzo giorno: causa pioggia, siamo rimasti in zona. Quindi li ho portati al Barnes & Noble con Starbucks incluso, a vedere il faro e la nostra spiaggia in un breve momento di cielo sereno, e altri centri commerciali.
Quarto giorno: Chicago, la meravigliosa Chicago! E il tempo era a nostro favore, una volta tanto! Questo il percorso che abbiamo fatto a piedi.
Quinto giorno: era prevista la loro partenza ma hanno deciso di restare un giorno in più. La mattina è venuto a trovarci Ralph così glieli ho fatti conoscere. E poi siamo andati all'outlet a comprare scarpe e vestiario vario. Ci sono degli sconti molto buoni!
Sesto giorno... sono ripartiti la mattina presto lasciando la casa vuota e i nostri cuori sgonfi.
Ora non ho più scuse e devo ritornare alla mia routine.
Fra pochi giorni comincia la scuola con nuove emozioni: il ragazzo si appresta a fare il suo ingresso alla HIGH SCHOOL e io, per quanto provi a non pensarci, sono emozionata. E ieri sera mi sono messa a guardare le foto dei miei figli quando erano piccini e ancora dovevo tenerli per mano... che tenerezza!!!
Dopo il giro della California che mi ha sovraccaricato il cuore e gli occhi di emozioni, ho avuto un blackout! Forse per l'impossibilità di raccontare ciò che hanno visto i miei occhi. Non so.
Ma ora eccomi qui a condividere con voi nuove emozioni.
Una settimana fa sono arrivati i nostri amici da Bollate, quelli con cui passiamo sempre il capodanno e con cui usavamo condividere tantissime cene e tazze di tè quando eravamo in Italia. Siamo amici da più di 9 anni e insieme ne abbiamo passate.
Finalmente sono venuti a trovarci.
Nei giorni che hanno preceduto il loro arrivo pensavo a cosa far vedere, cosa raccontare. Difficile concentrare tutto in pochi giorni. I miei luoghi, la mia routine, le nostre piccole grandi dis/avventure... Impossibile. Dovevo cercare di riassumere il più possibile. Ci ho provato ma ogni giorno è stato prolungato il più possibile: si andava a letto tardi e ci si svegliava presto (almeno io e Lori!) per non perdere minuti preziosi.
Ecco quello che abbiamo fatto in questi 6 giorni.
Primo giorno: visita alle scuole dei miei figli e ai posti in cui vado a fare la spesa e al mitico Jelly Belly Factory.
Secondo giorno: giro a Milwaukee al museo della Harley-Davidson, al birrificio della Miller, alla statua di Fonzie e poi una partita di MLB con tailgate. E la sera, arrivati a casa, spaghetti aglio-oglio-peperoncino che da decenni non facevo!
Terzo giorno: causa pioggia, siamo rimasti in zona. Quindi li ho portati al Barnes & Noble con Starbucks incluso, a vedere il faro e la nostra spiaggia in un breve momento di cielo sereno, e altri centri commerciali.
Quarto giorno: Chicago, la meravigliosa Chicago! E il tempo era a nostro favore, una volta tanto! Questo il percorso che abbiamo fatto a piedi.
Quinto giorno: era prevista la loro partenza ma hanno deciso di restare un giorno in più. La mattina è venuto a trovarci Ralph così glieli ho fatti conoscere. E poi siamo andati all'outlet a comprare scarpe e vestiario vario. Ci sono degli sconti molto buoni!
Sesto giorno... sono ripartiti la mattina presto lasciando la casa vuota e i nostri cuori sgonfi.
Ora non ho più scuse e devo ritornare alla mia routine.
Fra pochi giorni comincia la scuola con nuove emozioni: il ragazzo si appresta a fare il suo ingresso alla HIGH SCHOOL e io, per quanto provi a non pensarci, sono emozionata. E ieri sera mi sono messa a guardare le foto dei miei figli quando erano piccini e ancora dovevo tenerli per mano... che tenerezza!!!
Subscribe to:
Posts (Atom)