Si spengono le luci.
Il teatro è piuttosto grande ed è all'interno della High School (pubblica!).
Attori e attrici si alternano su quel palco per dare vita a questa storia. In realtà non si tratta di attori né di attrici ma di studenti del liceo e uno delle medie che sono lì a seguito di un'audizione. Non hanno fatto alcuna scuola. Alcuni, ad esempio mio figlio, a scuola fanno un corso di recitazione, ma non tutti.
Ci raccontano la Seconda Guerra Mondiale dalla parte di chi ha salutato i propri cari ed è rimasto ad aspettare il loro ritorno: sono madri, mogli, fidanzate, figli... Raccontano come hanno affrontato la morte dei loro cari, o il rientro dei loro cari feriti e mutilati. O la loro stessa morte. Parlano con la morte. Affrontano la morte. Un momento si ride, soprattutto quando entra in scena mio figlio. Un momento si piange. E fra una lacrima ed un sorriso io vorrei alzarmi e urlare:
QUELLO È MIO FIGLIO! QUEL RAGAZZO È ITALIANO! QUEL RAGAZZO FINO A 4 ANNI FA NON PARLAVA QUESTA LINGUA! GUARDATELO ORA!
Ovviamente non lo faccio e lo tengo per me.
Finisce lo spettacolo fra un kleenex e l'altro e aspetto il mio ragazzo. E poi arriva, bello come il sole. e ragazze e ragazzi mi si avvicinano "OH MY GOD! ARE YOU STEFANO'S MOM?" e mi abbracciano... Wow! Merito delle mie torte, a quanto pare.
Sono andata a vedermelo 3 volte e ancora ieri sera mi sono commossa. E mi gongolavo quando la gente del pubblico mi si avvicinava per farmi i complimenti. Fra questi anche una famiglia francese, qui dal 2008. Anche loro sanno cosa significa avere un figlio su quel palco.
Ed eccolo qui, in primo piano sul giornale di Kenosha... StAfano... va bene lo stesso!