Saturday, December 28, 2013

Tuesday, December 17, 2013

-1

Passo da una stanza all'altra di casa ed è ogni minuto più rischioso. Sì, c'è il rischio di inciampare e rimanere imprigionati nei fili di questa emozione che si fa più intensa di minuto in minuto.
Il divano letto della stanza degli ospiti è completamente sommerso di vestiti e di regali da portare a parenti e amici. Quegli amici che ti verranno a prendere in aeroporto. Quelli che faranno chilometri di autostrada per venire a salutarci, a ri-incontrarci dopo esser passati a trovarci quest'estate o ad incontrarci di persona per la prima volta. Quelli che col cuore ci sono stati vicini in tutti questi mesi e che ancora lo saranno. Gli amici di sempre che ti porti dentro fin dalle scuole (circa una vita fa, confesso!). Quelli che organizzano una pizzata. Quelli che ti dicono che non ti lasceranno più andar via e quelli che vorrebbero mettersi in valigia con te.
E vorresti non dimenticare nessuno. Ma non puoi perché, fortunatamente, sono tanti. 
E fra poche ore tutta quella massa di vestiti e doni la dovrò infilare in valigia.
E poi ci sarà la solita procedura di pesare le valigie, fare il check-in online.
Svuotare il frigorifero di tutti i cibi deteriorabili. Avvisare quelli del piano di sotto.
Poi arriva il messaggio di una sorella che non vede l'ora di abbracciarci.
E i messaggi degli amici dei figli che si danno appuntamento "in piazzetta davanti alla piadineria".
La principessa di casa che tanto è emozionata che ha dimenticato di essere raffreddata e rauca. Il principe che non riesce nemmeno a stare fermo su una sedia.
E io e Big Papi, preoccupati, ci chiediamo se riusciremo a sopravvivere al lungo volo di domani.
Il pensiero del cappuccino con croissant al cioccolato. La pizza: dove faranno la migliore? La mozzarella di bufala: il nostro fornitore ha spostato il negozio! 

Tanti pensieri. Tante cose da organizzare. Tanta emozione.

Monday, December 16, 2013

Quanti messaggi!

Viaggiare per le strade americane è una delle cose più affascinanti e piacevoli, nonostante, ammettiamolo, le strade siano decisamente meno ben tenute di quelle italiane!

Prendetevela comoda e quando siete ai semafori, divertitevi a guardare l'auto davanti a voi perché sicuramente avrà qualcosa da comunicarvi!

Fateci caso.
Ci sono adesivi di ogni colore e dimensione per comunicare qualcosa: c'è quello con scritto "My daughter is army"; un altro che ti dice "se secondo te non guido bene, chiama il n. XXX"; poi ci sono tutti i SUPPORT RIBBONS di ogni colore:







Poi eccovi una guida a quelli in supporto ad ogni tipo di cancro:


E infine quelli spiritosi:

Divertitevi!!!

10 cose che un expat fa, ma non lo dice...

Sulla scia delle mie amiche Expat (Valentina e Valentina), ecco il mio contributo:
  1. Accompagnare i figli a scuola in pigiama "tanto non metterò il muso fuori dall'auto ed entro ed esco direttamente in garage"
  2. Non imprecare né suonare il clacson quando il guidatore nell'auto davanti è un po' rincoglionito distratto e non si muove quando il semaforo è verde "perché non c'è nessuna fretta"
  3. Raccontare i fatti tuoi alla cassiera quando ti chiede "Come va oggi?" "tanto sai che non ti ascolta e che fra 15 secondi scarsi avrà già dimenticato che esisti"
  4. Provare tutte le peggio schifezze, il cosidetto junk food, anche solo per dire "che noi italiani mangiamo molto meglio"
  5. Dire "I'm from Italy" anche per il solo gusto di sentirti dire con acuti da 180 decibel "OH REALLYYYYYYY?????????"
  6. Esultare quando finalmente sei in grado di sostenere una conversazione telefonica senza quasi alcun tentennamento!
  7. Rispondere con orgoglio "CASA MIA" quando qualcuno ti chiede "Qual'è il posto migliore per mangiare italiano?"
  8. Piangere quando nella posta trovi una lettera, una cartolina o, ancora meglio, un pacco con scritto POSTE ITALIANE!!!
  9. Commuoverti quando scopri che tua sorella e tuo fratello hanno whatsapp!
  10. Sentirti di casa quando vai da Starbucks e sai già cosa vuoi prendere!

Saturday, December 14, 2013

Sondaggio

Dobbiamo cambiare le targhe dell'auto... e siccome qui si puo' fare... aiutateci a scegliere, fra le seguenti, le tre che preferite (in ordine di preferenza) o proponetene liberamente di nuove a piacere e volonta'. Grazie.

  
  
  
  
  
  
  
Sul sito della DMV del Wisconsin se ne puo' verificare la disponibilita'... e purtroppo le seguenti non erano piu' disponibili!!!

  
  

"Lake-Effect Snow" - La neve... senza i fiocchi!

Anche questa ci mancava... la neve senza fiocchi.
Intanto registriamo sul diario... per lo spiegone rimandiamo alla mitica:
https://en.wikipedia.org/wiki/Lake-effect_snow

Sunday, December 8, 2013

Ma andate a dare via il...


PANINO!!!
...e gli Epic Fails dei tipi non sono male!!!

Aggiornamento Lista

  • CAPPUCCINO CON BRIOCHE AL CIOCCOLATO 
  • CIOCCOLATA CALDA CON PANNA (mia figlia!)
  • MOZZARELLA DI BUFALA
  • BURRATA
  • LARDO
  • PIZZA (BUONA E SERIA E PIU' DI UNA)
  • PESCE... TANNNNNNNNNNNNNNNTO PESCE (no salmone!) !!!!!!!!!!! (FEDE ASPETTACI!)
  • ALBESE
  • SPEK

Saturday, December 7, 2013

11 Minuti di...


E' stato terribile quando, per un attimo, pensavamo il treno fosse gia' quasi fermo in stazione e la coda ancora a bloccare il passaggio a livello!!!
A 7:48 ... Francy ridacchia scandalizzata!

Thursday, December 5, 2013

Le nuove generazioni

Ho chiarissima in mente l'immagine di un ricordo: siamo a casa dei miei genitori. Tardi anni 90. C'era anche mia nipote Giulia. Mia mamma che chiede "cosa c'è alla tele stasera?" e mio papà prende il giornale, cerca gli occhiali, va alla pagina degli spettacoli e sta per cominciare a leggere i programmi. Nel frattempo mia nipote ha preso il telecomando, ha avviato il televideo, è sulla pagina degli spettacoli e sta già leggendo i programmi della serata.
E mia mamma allibita che nemmeno sapeva come far partire il televideo.

Cosa avrebbe fatto mia mamma ieri sera al posto mio?

Ieri ho ricevuto una mail dall'insegnante di Social Studies di mia figlia in cui dice a tutti i genitori di chiedere ai nostri figli di farci mostrare il progetto che hanno fatto. Così quando mia figlia arriva a casa le chiedo, appunto, di farmi vedere il progetto di Social Studies. Lei prende il mio computer, va sulla pagina della scuola, accede alla sua area privata, accede a google DOC, apre il suo progetto e ce lo mostra con tanto di commento dell'insegnante online.

Insomma, queste nuove generazioni vanno di mail, social network, condivisioni documenti come se nulla fosse. Ma chi gli sta più dietro? Quanta invidia! Potessi vorrei davvero tornare a scuola!

Wednesday, December 4, 2013

Il mito di non avere niente da nascondere...

Articolo di Paolo Attivissimo con la collaborazione di Luigi Rosa:
http://retetre.rtsi.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=5137&Itemid=62
Click sul riquadro per andare all'articolo

Sunday, December 1, 2013

Thanksgiving & Black Friday

Un po' di storia.

Cos’è veramente il ThanksGiving? A parte la strage dei tacchini su cui è anche appena uscito un simpatico cartone animato (Free Birds), chi sa dirmi cosa si celebra?
OK, sì, si ringrazia per la stagione del raccolto appena giunto a termine. Cade il quarto giovedì di Novembre. E questo piùo meno lo sanno tutti quelli che hanno a che fare o che amano il mondo Americano.
Ma l’origine? Come nasce la strage dei tacchini? Confesso: io me la sono letta a scuola dei miei figli sul libro di Social Studies. In realtà l'origine è contesa, ma questa che ho letto mi piace.
Nella primavera del 1620 nell’area di Plymouth, quello che attualmente è il Massachusetts (Stato la cui capitale è Boston) sulla costa Est, arrivarono i primi Pilgrims (Pellegrini Separatisti) dall’Inghilterra, in fuga dalla Riforma Protestante di Enrico VIII.
Con il primo inverno molti perirono per il freddo e la fame. Non si erano organizzati bene. Nel Marzo del 1621, un nativo americano chiamato Samoset, che parlava un po’ di inglese, entrò nella colonia dei Pilgrims per far conoscere il territorio alla gente. Con lui arrivò anche Squanto, un nativo della tribù dei Patuxet. Egli insegnò ai coloni a fertilizzare la terra con i resti dei pesci. Inoltre li aiutò a mantenere rapporti pacifici con la vicina tribù dei Wampanoag.
Fu così che i coloni, per l'inverno successivo, poterono avere cibo a sufficienza per non morire. A Novembre di quell’anno decisero di celebrare il ThanksGiving e per RINGRAZIARE, uccisero dei tacchini selvatici di cui la zona era ricca. Il pranzo del ThanksGiving fu celebrato fra coloni inglesi e nativi americani, seduti in pace alla stessa tavola.
Il primo ThanksGiving ufficiale su tutto il territorio Americano, fu proclamato dal Presidente George Washington il 26 Novembre 1789 proclamandolo “come un giorno di ringraziamento pubblico e di preghiera da osservare riconoscendo con animo grato i molteplici favori di Dio Onnipotente”.
E’ recente la tradizione secondo cui il Presidente degli Stati Uniti in carica, il giorno del Ringraziamento, si prende cura di un tacchino, risparmiandogli la vita e assicurandosi che viva in libertà sui terreni agricoli.
Ben più recente è invece la tradizione del Black Friday.
E’ il giorno che segue il ThanksGiving, venerdì. Le strade sono affollate di macchine e pedoni. La popolazione è alle prese con i primi acquisti natalizi. A Philadelphia (Pennsylvania) nel 1961 viene coniato il termine Black Friday = Venerdì Nero che è il termine economico con cui si definisce quel periodo in cui i venditori non hanno più utili quindi offrono i beni a prezzi ridotti. Entro il 1975 l’intera Nazione utilizzerà questo termine e i commercianti si adoperano per offrire ai clienti le migliori offerte con sconti notevoli. La tradizione vuole che alle 6 del mattino del Venerdì successivo al ThanksGiving si aprano le porte dei negozi. La gente si affolla in code lunghissime davanti ai negozi e allo scattare della mezzanotte i negozi aprono le porte. Nel 2000 qualcuno ha cominciato ad aprire anche alle 4 o alle 5. Nel 2011 alcune delle maggiori catene di vendita hanno aperto le porte per la prima volta a mezzanotte. E nel 2012 Walmart ha cominciato già alle 8 della sera del ThanksGiving, ad eccezione di alcuni stati in cui aprire i negozi il giorno del ThanksGiving è vietato per legge.
E ora veniamo a noi, al NOSTRO Thanksgiving. Eravamo già da tempo invitati a casa di Becky per celebrarlo a casa sua. Qualche giorno fa ci eravamo viste per metterci d'accordo sul "chi prepara cosa": io dovevo preparare il pane e la sweet potatoes pie. Amici, non scandalizzatevi ma essendo una celebrazione della tradizione Americana, io giustamente ho voluto adeguarmi alle LORO tradizioni.
Appuntamento alle 2 (si mangia con molta calma!) a casa di Becky. Ed ecco cosa ci ha accolti:

Pagherei per una vetrata così!!!

Dei ragazzini osavano anche camminare e saltellare sul ghiaccio... ancora troppo sottile e formatosi solo da pochi giorni. Li abbiamo intimato di smetterla perché avevamo davvero paura per loro.



Ed eccolo, il protagonista delle tavole Americane!