Wednesday, October 30, 2013

Oasi e deserti expat

Oggi le mie "amiche" (ormai tali le considero) Mamme nel Deserto in questo post raccontano le sensazioni che si provano quando intraprendi la vita di expat. "Ti senti come nel bel mezzo di un deserto", un deserto che nel loro caso è proprio vero, ma nel caso generico di un expat è metaforico. Hai sete, hai fame ma non sai come chiedere aiuto. Anche se intorno a te ci sono tante persone, se non sai come chiedere acqua, non otterrai mai acqua. Ogni paese ha il suo modo di chiedere acqua, e non solo linguisticamente parlando. Insomma, nel paese in cui siamo arrivati noi, devi chiederlo col sorriso, con gentilezza, chiedendo per favore e ringraziando dopo.
E poi devi adattarti alla loro cultura, ai loro codici, scritti o tramandati.
Insieme a quel biglietto di sola andata, non ti danno alcun libretto di istruzioni per l'uso. Ma solo il rebus iniziale per cominciare la tua caccia al tesoro. E come non l'hanno dato a noi, il libretto di istruzioni, non l'hanno dato ai nostri figli.

Ieri, in un tentativo di comunicare con mio figlio dopo una litigata che ha ammutolito il ragazzo per due giorni, gli ho chiesto di raccontarmi qualcosa, cos'ha fatto a scuola. Volevo solo distrarlo e sperare che non cominciasse a videogiocare. Ma la sua risposta mi ha disarmata: "Mamma, ho studiato, studiato e studiato. Tutto il giorno. Non facciamo intervallo, solo 30 minuti scarsi per mangiare. Cosa vuoi che abbia di interessante da raccontarti?". Già... In fondo loro hanno anche "subito" questo cambiamento. E per quanto possiamo tutti unanimamente dichiarare di essere felici qui, possiamo altrettanto unanimamente dichiarare che non è per niente facile e che vorremmo tanto aver avuto un libretto di istruzioni, ma anche l'avessimo avuto saremmo stati in grado di leggerlo?

E' così. Ti ritrovi in mezzo ad un deserto e devi indovinare qual'è la direzione giusta verso l'Oasi. E quando finalmente la trovi, devi imparare a vivere in quell'Oasi e a convivere con ogni elemento di difficoltà. Eppure ad un certo punto succede qualcosa, come un click dentro di te, che ti fa dire "CASA".
E allora si ritorna alla frase di Italo Calvino "Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero".

Tutto questo per dire che cosa?
Niente, assolutamente niente. Solo per farvi capire che essere expat, in Kuwait, in USA, in Francia, in Cina o in Canada non è proprio facile. Ma quando ci riesci, quando finalmente trovi la fonte che ti disseta, ti senti davvero BENE! A Casa.


P.S. Dopo un post del genere mio figlio direbbe "Mamma, ora smettila con quella roba"

6 comments:

  1. brava Mom...hai ragione. mi sono venuti i brividi....pure a noi ci hanno chiesto perchè siamo diventate un pò malinconiche. Ma noi nn ci si sentiamo tali, solo che a volte alcune considerazioni, analisi senti il bisogno di farle e di esternarle. tutto qua. la tua amica mamma nel deserto mimma

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    1. Io non sono triste. Ieri al telefono con mia mamma piangevo ma ho dovuto spiegarle che non sono triste. Solo che a volte... succede!

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  2. Eccome se succede, anch'io ieri ero triste ma non ho voluto piangere in skype con mia madre altrimenti si preoccupa troppo. E' che ha volte si ha proprio bisogno di buttare fuori tutto e il pianto aiuta un sacco.
    Bellissima la frase di Calvino: "Il luogo ideale per me è quello in cui è più naturale vivere da straniero".

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  3. Avete una forza dentro invidiabile, siete un esempio chiaro della forza delle donne!!!

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    1. Credimi Moky, non solo le donne, anche i bambini, eccome! E forse anche gli uomini ma sono troppo orgogliosi per esternarlo e parlarne.

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    2. E' vero, nn è facile x nessuno.
      :*

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