Wednesday, August 28, 2013

A tavola!

Se chiudo gli occhi e ripenso alla mia infanzia e adolescenza, vedo una cucina grande, piena di gente. Sì, è questo il ricordo della mia infanzia. E se mi chiedono che significato ha per me la parola famiglia, è questo: una cucina, piena di gente (non obbligatoriamente appartenenti alla famiglia in senso stretto), con gente che ride, che canta, che gioca a carte, che beve il tè. Mi rivedo mia mamma che stira, noi tutti intorno al tavolo, grande, a studiare e fare i compiti. Poi mia mamma interrompe lo stiro, chiude tutto, noi chiudiamo i libri ed è l'ora del tè. E dopo il tè si comincia a pensare alla cena: quanti siamo stasera a cena? Già, mica è detto che siamo in 6...
Ricordo che all'inizio avevamo una tavola abbastanza grande, rotonda. Ma era scomoda e difficile da gestire in caso di ospiti. Allora, con l'aiuto dei falegnami del Castellazzo, ci facemmo fare un tavolo su misura per farci stare comode almeno 8 persone. Non di quelli allungabili come li fanno ora. No, sempre lungo!
E poi in casa, una casa piuttosto grande, c'era sempre tanta gente, anche "stanziale". I miei cugini "americani" che sono stati da noi tanto; Francobollo e i suoi fratelli; mia cugina da Roma. Più i satelliti che stavano bene in casa nostra.
Niente TV in cucina. Solo la radio che dopo il giornale radio veniva spenta.
Su una delle mensole in cucina aveva un posto fisso il Dizionario della lingua italiana, Garzanti. Con la copertina blu in tela. Con alcune belle macchie. Eh sì perché noi lo usavamo in cucina! Ogni volta, ma proprio OGNI VOLTA che si discuteva su qualcosa, la discussione veniva interrotta perché qualcuno doveva dire la sua su un verbo, un accento, un sostantivo... e allora partivano le scommesse su chi aveva ragione. Quindi si consultava il Dizionario e partivano le urla "AVEVO RAGIONE IOOOOOOOO!!!" oppure i "NO! SBAGLIA SICURAMENTE!". Insomma, c'era sempre da discutere! Mica c'era internet. Mica c'era wikipedia. Qui si parla degli anni '70 - '80!!!
Poi c'è stato il periodo in cui mia mamma e mia sorella frequentavano una scuola di dizione e recitazione... e allora nessuno aveva più scampo: partivano le correzioni sugli accenti! E io, da brava piemontesina, li cannavo TUTTI!!! Pare che il maestro di mia sorella dicesse: "pensate a come metterebbe l'accento un piemontese ed è sicuramente il contrario"... Ma ho imparato molto!

Sapete qual'era la canzone che si cantava quasi quotidianamente in casa mia?

Aggiungi un posto a tavola
che c'è un amico in più
se sposti un po' la seggiola
stai comodo anche tu,
gli amici a questo servono
a stare in compagnia,
sorridi al nuovo ospite
non farlo andare via
dividi il companatico
raddoppia l'allegria. 

Suonava la porta all'ora di cena e puntualmente partiva la canzone!!!

Ho ereditato questo dalla mia famiglia: aprire la mia casa, la mia cucina ad amici che vogliono condividere con noi tutto questo.
La cucina in realtà non esiste più come allora perché ora ci sono gli angoli cottura, ma la televisione resta spenta, si sta tutti insieme intorno al tavolo, si ride, si scherza, a volte si sgrida o si fa la ramanzina, ci si racconta la giornata o gli episodi, SI RICORDA. SI CONDIVIDE. Ai ragazzi poi piace tanto quando partiamo a raccontare episodi della nostra infanzia. E a quanto pare tutto questo piace tanto anche ai loro amici. Tanto che spesso non se ne vogliono più andare via e restano con noi un intero weekend o anche 6 giorni. E noi apriamo la tavola, e il cuore, e la rendiamo comoda per tutti.

Stamattina leggevo alcuni articoli al riguardo:
Il luogo “cucina”, invece, è uno spazio in grado, ancora e sempre, di comunicare un grande senso di famiglia e di intimità; quel senso di coesione e condivisione di cui ogni nucleo familiare e ogni bambino hanno bisogno per crescere bene. Ritrovarsi con i propri bambini a condividere un pasto preparato con cura ci offre l’occasione di creare un luogo e un tempo in cui si può relazionarsi e prendersi cura; un luogo e uno spazio in cui il rispetto per le regole e la libera e creativa espressione di se stessi non sono in antitesi. E’ in questo posto magico, inoltre, che il buon esempio degli adulti trova il suo habitat naturale, quale efficace strumento educativo.
Poi c'è un articolo su Il Corriere secondo cui stare a tavola con i genitori, scongiura il consumo di droghe e alcool . Questo non so se e quanto sia valido ma... tentar non nuoce!
E ancora, ci sono studi sociologici al riguardo: i COMMENSALI. Credo ci sia materiale a sufficienza per una tesi di laurea!!!

Buona tavola a tutti!

Monday, August 26, 2013

C'è chi c'ha...

Ricordo ancora questa canzone di Indietro Tutta! La personalizzo:
C'è chi c'ha il Colosseo, i musei e tanti bei monumenti da mostrare ai turisti
e c'è chi c'ha... il JELLY BELLY FACTORY!!!

E nel momento in cui vengono a trovarti gli amici dall'Italia, il Bel Paese, e ti struggi nella ricerca di qualcosa di particolare da mostrar loro, pensi al museo di Storia Naturale con la ricostruzione di un T-Rex... come se qui li avessero mai avuti! Oppure al museo della Civil War... lo si gira in 10 minuti... andando piano! E poi ecco la lampadina:
Eh ma noi c'abbiamo il Jelly Belly con tanto di Tour e voi no!
Ecco dove possiamo portare i nostri amici! Detto fra noi, mica pensavo di fare la loro gioia, ma pensavo di far felice la loro bambina... !!!
Il momento culminante è stato davanti alla signora degli assaggi che ha sfidato i nostri ospiti con questi originalissimi gusti ideati a seguito della saga di Harry Potter:


Spero di non dovervi tradurre questi gusti...
Posto appena sotto a questo display di assaggi, hanno pensato di mettere questo simpatico bidone:

"Il bidone del NON CE LA POSSO FARE"
L'azienda ha anche messo a disposizione simpatici scherzi che noi italiani faremmo a Carnevale invece qui li faranno per Halloween: confezioni con un mix di gusti "giusti" ma nel mezzo qualche bean al vomito, alle uova marce, al calzino sporco...
Ovviamente gli amici di cui sopra hanno comprato tutto il comprabile, COMPRESE le simpatiche confezioni-scherzetto!!!

Le Jelly Belly sono delle caramelline dalla forma di un piccolo fagiolo. Ce ne sono di tanti gusti, e ogni anno ne inventano di nuovi.
La produzione dei primi jelly bean avviene oltre 100 anni fa. Ma solo nel 1976 la produzione si allarga nel paese. Ma questa caramellina diventa popolare grazie al Presidente Reagan il quale, ancora governatore, non iniziava mai una riunione se davanti non aveva una boccia piena di Jelly Belly. Il suo gusto preferito: la liquirizia!!! Hanno anche prodotto un barattolo con sostegno ad hoc da mettere sull'Air Force One in modo che non si sposti durante il volo!
Degli artisti si sono anche cimentati nell'utilizzo di questi bean per dei mosaici! Andate su Google image e scrivete "jelly belly portraits" e ne vedrete delle belle!!! Oppure andate qui: JB Art Gallery!
La fabbrica è in California, a Fairfield, e produce più di 17 MILA tonnellate di caramelline all'anno. E' possibile fare tour guidati della fabbrica, GRATIS, ogni giorno. E deve essere bellissimo. L'unico altro tour lo fanno proprio qui, a 5 miglia da casa mia. Ma non è la fabbrica: è un tour attraverso dei video in cui spiegano come avviene la produzione e la storia di queste caramelline.

Quindi ora lo sapete che se venite a trovarmi io vi porto lì. E poi vedo di farmi pagare dalla direzione dello store!!!!!!!!

Thursday, August 22, 2013

Il risveglio in un'Estate...

...che ha gia' tanta voglia d'Autunno!






Ospiti a cena... Ancora!

Nel 1984 Bruce Springsteen dichiarava di essere fesso perché amava una donna con cui litigava in continuazione. E lei pensava che lui l'amasse per i soldi, ma lui ne aveva in abbondanza. La sola ragione per cui l'amava era per la sua PINK CADILLAC!
Lui trovava bellissimo sedersi sui sedili posteriori della Convertible Pink Cadillac, salutare le ragazze mentre passava per le strade, spendere tutti i soldi nel folle sabato sera a bordo della PINK CADILLAC.
e ognuno di noi... be', non tutti ovviamente, ma molti di noi hanno sognato di poter viaggiare almeno una volta su una di queste convertible guardando i telefilm americani, non lo si può negare.
Martedì sera, mentre ci apprestavamo a prendere l'aperitivo con i nostri ospiti, ho comunicato che ci sarebbe stato un ritardo perché Il ragazzo di casa era all'allenamento e doveva andare Big Papi a prenderlo. Allora il nostro ospite dice "Perché non andiamo a prenderlo tutti insieme con la mia CONVERTIBLE CADILLAC?"... PRONTI, VIA! Ho spento il fornello e siamo andati. Un altro sogno che si realizza e la serata calda si prestava all'escursione.

Proprio come nei telefilm... Io, la mia ragazzina, l'altro ospite, sul sedile posteriore, Big Papi e il padrone di quella splendida macchina davanti. Nello stereo Mario Biondi (mio omaggio!) a tutto volume che ci accompagnava.

Quando siamo arrivati al campo, mio figlio era lì, seduto sul marciapiede, che ci aspettava. Ha detto che quando ha visto la macchina arrivare, pensava fosse un gruppo di ragazzi ubriachi...invece era un gruppo di adulti - e una ragazzina - ubriachi ... di sogni!
E scendendo dall'auto ho detto al mio autista: "you made my day!"











Wednesday, August 21, 2013

Monday, August 19, 2013

Ospiti a cena

Ieri sera è venuta a trovarci una coppia di amici: lui italiano, lei americana, vivono in Italia.
È stato particolarmente interessante scoprire come anche lei abbia vissuto le mie stesse  difficoltà. Ma ancor più affascinante è stato vedere il mio paese attraverso i suoi occhi. E sentirla dire quanto sono belle certe tradizioni tipiche italiane e che non dobbiamo perderle perché sono importanti, mi ha fatto pensare. Come il mangiare a tavola tutti insieme, spendere del tempo in cucina per preparare la cena, condividere la giornata... Sono tutti elementi che noi diamo per ovvi, ma non lo sono. Quando ho scoperto che qui non usano sedersi a tavola, non l'apparecchiano nemmeno, non si raccontano, non condividono, che la cena è una cosa che si prepara in 5 minuti e che si consuma in piedi, è stato sconvolgente. NO, questi non sono stereotipi. Sono cose che ho sentito raccontare da tante persone, amiche, sposate con uomini americani, che hanno dovuto lottare per imporre questa nostra "abitudine". E l'ho visto coi miei occhi a casa di amiche americane. 
Stare a tavola, chiacchierare, è importante anche per mantenere il controllo sui nostri figli. Loro devono sentirsi parte della famiglia, devono avere la possibilità di raccontare e raccontarsi, devono sapere che  è la famiglia che costituisce il nido, non la casa. Non è la casa a proteggere un ragazzo, un bambino (o anche un adulto). È la FAMIGLIA. Concetto di grande importanza che fa la differenza. E credo sia la cosa che più notano gli amici dei miei figli quando vengono qui. E credo sia questo il motivo per cui poi non se ne escono più! 
Essere troppo stanchi per preparare una cena, sedersi intorno ad un tavolo e parlare e ASCOLTARE, non è una scusa. Raccontarci le cose, magari le stesse cose, viste chin occhi diversi, è estremamente interessante e apre la mente! E magari la cena la si può preparare insieme che è anche divertente!

Sunday, August 11, 2013

Film della Walt Disney

Amo molto i cartoni/film della Walt Disney, che trovo ricchi di significati.
Fra i miei preferiti metto il Re Leone e Nemo. Assolutamente. Ma non voglio escludere Brave, che sul rapporto madre e figlia la dice lunga!
Come riescono a mettere tanti significati in un cartone animato, lo sanno solo loro. Sono quasi certa che abbiano un'équipe di psicologi!


Ieri sera, per far contenta la mia ragazzina, siamo andate a vedere Plane, il seguito di Cars, ma con gli aerei.
Un aereoplanino, nato per spargere disinfettante nei campi di granturco, sogna in realtà di essere un aereo da competizione, di virare alto nei cieli, di fare piroette ed essere amato da tutti i suoi fan.
E quando ci prova scopre di soffrire di vertigini.
Ma saprà fare la sua gara, con le sue regole. Scoprirà che c'è chi, pur di vincere, saprà giocare sporco. Ma anche chi, pur volendo vincere, sarà disposto ad un sacrificio pur di aiutarlo perché lui ha il cuore puro. 
E non importa se vincerà o meno: avrà fatto la sua gara con onore. E il suo coraggio sarà una spinta per tutti quelli che, come lui, hanno sogni grandiosi! 

Ancora una volta: W WALT DISNEY!!!

Thursday, August 8, 2013

Social network, una rete per socializzare

Potete avere le vostre opinioni sui social network. Ognuno ha la propria idea, fatta delle proprie esperienze, e ognuno ne faccia l'uso che ritiene più appropriato. Io vi racconto perché non ne posso fare a meno.

L'anno scorso mi è arrivato un messaggio su facebook di una coppia di "amici" di Social Network, Nicoletta e Andrea, che mi chiedono se possono venire a trovarci. Ben felici li abbiamo ospitati a cena anche se solo per qualche ora. Ma è bastato per lasciare un segno indelebile.

Era fine agosto quando Dario e Giovanna, in fuga dall'uragano Kateina che stava colpendo duramente la Florida, sono venuti fin qui. E vi si sono fermati due giorni. Sono stati due intensissimi giorni. intensi per l'emotività. Un feeling immediato pur non conoscendoci di persona. Ma è stato subito come ci conoscessimo da sempre.

Ed è accaduto di nuovo: qualche mese fa Annalisa mi dice che nel loro viaggio volevano inserire una tappa qui. Anche loro: conosciuti tramite blog e facebook, mai visti di persona e anche su FB non c'erano rapporti intensissimi. Ma sapevo che era una bella persona dai messaggi che ci eravamo scambiate. Era in viaggio con marito, figlia e una coppia di amici.

Sono arrivati ieri poco prima di mezzogiorno, in tempo per mettere sul fuoco una, o due, pentole per la pasta. Sbito persi in chiacchiere: i maschi con zombie, apocalissi e schifezze varie, io e Annalisa perse in un potpourri di racconti sulla nostra vita qui e la loro vita a Reggio nell'Emilia. Mia figlia a la loro bimba invece perse in giochi di bambine. La timidezza è rimasta fuori casa!

Nel pomeriggio li ho portati a fare il tour alla Jelly Belly Factory pensando che alla piccola avrebbe fatto piacere... Che errore madornale!!! Mica era per lei il tour ma per i 4 adulti che, con la scusa, le stavano intorno!!! Insomma, mi sembrava di portare in giro una comitiva di bambini. Hanno fatto delle gran feste anche quando una signora si è gentilmente offerta di farci assaggiare le caramelle al gusto di rotten egg, grass, baby whipes, vomit, stinky sock, black pepper, e non ricordo più quali altre schifezze!!!

Dopo li ho portati alla spiaggia. Questa volta sì, per le bambine. Ma ne abbiamo goduto tutti: migliaia di gabbiani, il "mare" mosso, il vento...coreografia perfetta per foto e filmini eccezionali. Oltre al meraviglioso faro!

Siamo poi andati a prendere delle mega pizze e, tornati a casa, abbiamo trovato ad aspettarci, con la tavola pronta, l'unico vero lavoratore!

La sera gli uomini si sono abbandonati ad una passeggiata nel cimitero, per prepararsi all'Apocalisse degli Zombie che, a quanto dicono gli esperti (Stefano e Simone), è ormai imminente. Ma noi non abbiamo nulla da temere!
E poi tutti al Walmart: il supermercato più amato dai turisti italiani!

A casa,dopo aver gonfiato i materassini e preparato i letti (soprattutto per la bimba che proprio era distrutta), noi ci siamo persi in chiacchiere e bisbigli.

Stamattina mi sono svegliata di buon'ora, che novità, e a rate ho preparato la colazione per tutti. E indovinate un po' dove sono riuscita a portarli stamattina? ALLA SCUOLA DI MIA FIGLIA. Pensando a Dario e Giovanna e all'effetto che questa visita ha fatto loro. E anche gli ospiti di quest'anno sono rimasti a bocca aperta. Nonostante ci siano in corso le pulizie annuali e quindi lungo i corridoi ci fossero banchi e sedie accantonati.

Per finire un giro all'outlet con pranzo e poi...i saluti. La lacrima è scappata.

C'è poco da fare: le emozioni si intensificano in certe situazioni. A parte la perfetta sintonia DI TUTTI CON TUTTI, perché anche i miei ragazzi si sono trovati in perfetta sintonia con tutti i membri del gruppo. Chiacchiere, racconti, aprire il proprio cuore. Insomma, tutto un po' speciale davvero. 

Salutarli mi ha spezzato il cuore. E mentre da una parte mi ha fatto sentire particolarmente ricca, dall'altra mi hanno lasciato un gran vuoto. Tornati a casa, a fatica, i ragazzi sono andati coi loro amici perché stare a casa era faticoso, e io...mi sono consolata con i Ringo.

Buon viaggio amici, alla prossima, magari a Reggio con lo gnocco fritto!

Wednesday, August 7, 2013

Beef (e non solo) Jerky

Quando si va in un qualsiasi supermercato italiano, è normale vedere, mentre si è in coda alla cassa, svariati tipi di caramelle o cicles. Non credo che le cose siano cambiate molto. Correggetemi se sbaglio.
Più o meno anche qui è la stessa cosa. Ma più che le caramelle, ci sono cicles e merendine di vario tipo. E fra le merendine ci sono questi BEEF JERKY.


Si tratta di CARNE ESSICATA. E non è solo beef ma anche tacchino e maiale. 

Questa carne viene tagliata a strisce, marinata, salata ed essicata a basse temperature. Il sale impedisce gli attacchi dei batteri. Si va da una marinatura hot che è ovviamente per palati asfaltati, e poi via via meno forti.

Il termine JERKY deriva dalla parola spagnola ch'arky, che significa bruciata.

Di suo questo alimento è sano perché non contiene grassi, è ricco di proteine, a basso contenuto di colesterolo. 100gr di BEEF JERKY corrispondono a 250gr di CARNE MAGRISSIMA: 410 calorie, 25.6g di grassi, 11g di carboidrati e 33.2g di proteine. 

Nonostante ciò, personalmente non riesco nemmeno ad assaggiarla. Mia figlia, ovviamente, l'ha assaggiata e dice che è buona. Ma a lei piace tutto

Friday, August 2, 2013

Bologna, 2 Agosto 1980, ore 10:25



Era una calda mattina d’agosto. Eravamo nella nostra cascina sita sull’Appennino Tosco-Emiliano dove mio padre è cresciuto. Come ogni mattina si facevano le faccende di casa prima di andare in paese a fare la spesa. 
Tutto normale finché... mia zia in tutta fretta ci chiama e ci urla: “UNA BOMBA! UNA BOMBA ALLA STAZIONE!”. Avevo 12 anni e una bomba, nonostante gli anni “caldi” era un concetto un po’ astratto.
Accendiamo di corsa la radio (la televisione lassù non l'avevamo). Notizie ancora un po’ incerte sugli effetti e sul reale numero dei morti e feriti. I miei cugini, volontari della CRI, mi raccontarono che anche gli autobus vennero usati per trasportare i feriti negli ospedali. Ricordo che mi rimase impresso questo fatto.
Il Resto del Carlino, il giornale di Bologna, parlava di decine e decine di morti... Furono poi 85 e oltre 200 i feriti.
Il 6 agosto, con mia mamma e mio papà (non ricordo se ci fosse qualcun altro con noi) andammo a San Petronio dove si tennero i funerali. La piazza era gremita. Noi eravamo in una delle vie di accesso alla piazza. Vidi una bara piccina e bianca e chiesi ai miei genitori perché quella bara fosse bianca e così piccola. La loro risposta mi spezzò il cuore...
Sentivo fischi e non capivo chi osava fischiare in un momento del genere...
Tornando a casa provammo a passare dalla stazione ma era tutto transennato. Ci tornammo l’anno dopo: nel punto della bomba c’era una lapide e sul muro hanno lasciato la crepa con un vetro. Per non dimenticare.
Non c’è altro da dire. Non si vuole, oggi, parlare di processo e condanne.
Si vuole solo RICORDARE, oggi.