Sunday, April 15, 2012

"Sala da tè per expat"

Era il 30 marzo. Chattavo con una mia nuova amica di facebook. E mi è balenata un'idea... una scommessa con me stessa. E l'ho condivisa con la mia "interlocutrice": creare un gruppo su facebook per sostenere tutti gli italiani che, come noi, per una ragione o per l'altra, si trova all'estero.
Cosa intendo con sostenere? Non intendo dare alcuna informazione tecnica, burocratica, o di altro genere: non ne ho le credenziali. Volevo solo creare ciò di cui avrei avuto bisogno io e non ho trovato in tanti mesi. Nel web è pieno, anche troppo, di siti che ti dicono dove fare un certo documento, quali documenti preparare, a chi chiedere... ce ne sono talmente tanti e spesso in contraddizione fra loro, che alla fine... fai un po' come il cervello ti suggerisce di fare. Se ascolti i mille consigli rischi di sbagliare!

Quello che cercavo io in rete era un aiuto, un punto di sfogo. Qualcuno che avesse provato ciò che stavo provando io, qualcuno che magari lo stava vivendo in quel momento e che fosse in grado di dirmi: "Dai che ce la farai". Qualcuno che mi raccontasse com'è, come funziona, come ci si sente. Insomma, qualcuno che mi facesse sentire un po' meno sola. Perché diciamolo pure: non è esattamente una passeggiata!
Uno dice: "che fortuna! te ne vai in America, nel paese dei sogni, della speranza, delle opportunità". Vero! Ma non pensano cosa c'è sotto (ed effettivamente all'inizio non ci pensavo nemmeno io!).

Ho lasciato gli amici... ok, sono partita con un sano principio di sopravvivenza: se sono amici veri li troverò ancora qui al mio rientro, altrimenti significa che non erano amici veri. E poi c'è internet, Skype, la mail... insomma, siamo nell'era del www. E la cosa buffa è che alcuni amici, che prima erano a livello di semplici conoscenti, si sono rivelati importantissimi. Nonostante la distanza. Amici di cuore senza il cui sostegno mi sarei sentita davvero persa.

Ho lasciato genitori e fratelli che, nonostante non li vedessi spesso, mi mancano "assai". E per quanto posso vederli su skype, un abbraccio e un bacio sono diversi da una web-cam.

Ho lasciato la casa portandomi via solo l'"essenziale" ma non immaginavo quanto il NON-essenziale mi sarebbe mancato un giorno: l'album delle foto dei bambini, i diari che ho conservato, alcuni vestiti che non consideravo essenziali, le borse, le pentole, il servizio bello che non usavo mai ma chissà perché ora vorrei tanto usarlo, le tovaglie, i grembiuli belli che usavo per fare la cuoca insieme a mia figlia... insomma... le cazzate diventano indispensabili tutto ad un tratto.

Ed è come nascere una seconda volta. Ricreare il nido (quest'operazione è fin'ora la meglio riuscita!), ricreare la cerchia di amicizie (questa proprio no!), ricreare un ambiente scolastico per i figli e seguirli nonostante TUTTO sia completamente diverso. Oltre a tutta la burocrazia da gestire, sia locale, sia nel tuo paese grazie all'aiuto dei parenti (sorella grazie!), perché, per quanto si cerchi di pensare a tutto, qualcosa sicuramente sfugge al controllo.

Mi sono ricreata nuove abitudini: strano che tutte le cose che mi tenevano ancorata al mio paese, alla mia quotidianità, ora si siano completamente trasformate e sia cambiata completamente la routine quotidiana.
Tutto cambia.
E quando mi chiama l'Amica devo farmi forza per non dirle MI MANCHI DA MORIRE e cercare di ridere, scherzare, come se nulla fosse cambiato.

E bisogna affrontare tutto questo IN SOLITUDINE.

E allora, visto che non trovavo nessuno che mi aiutasse a sostenere questo "malloppo di sentimenti nuovi" e sentivo il cuore scoppiarmi, visto che avevo voglia di creare qualcosa ma non riuscivo bene a capire cosa, ci ho provato: e quel venerdì 30 marzo ho dato vita ad un gruppo su facebook chiamato Sala da tè per expat.Sarebbe aperto sia a uomini che donne ma per ora aderiscono soprattutto donne (e un povero maschietto che secondo me è terrorizzato!). Forse sono loro che più hanno bisogno di sostegno, i maschi sono dei duri!
In poche ore siamo passati da 2 a 12, poi 15... in 2 settimane siamo a 30 e attivissimi.

Per entrare in questo gruppo bisogna essere italiani che vivono all'estero.

Ma quello che mi lusinga è leggere parole come: "Grazie a tutti ora non mi sento più sola"... allora ho capito di avercela fatta e di aver creato, finalmente, qualcosa di buono perché QUESTO E' LO SCOPO DEL GRUPPO: SENTIRCI MENO SOLI.

10 comments:

  1. Capisco perfettamente. Anche io ero partita con lo stretto necessario e anche io ho lasciato a casa tante foto e ricordi. E' vero: e' come aver vissuto due vite...alcuni giorni e' una fortuna, altri una tortura. POi tutte noi expat abbiamo esperienze diverse e sono contenta per coloro a cui questo passaggio e' stato piu' facile.

    Ma...come faccio ad iscrivermi anceh io al tuo gruppo?:)

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  2. se hai un account facebook, cerca "Sala da tè per expat"!!!

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  3. sono cose che noi che continuaiamo a vivere dove siamo nati possiamo solo immaginare.
    avete il nostro appoggio morale, vivere lontani dai luoghi di origine ha aspetti meno piacevoli

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  4. Grazie. Per il post e per il gruppo FB (l'avevo cercato dopo la tua segnalazione, ma non avevo il riferimento corretto).

    Io, come sai, sono ancora "solo" in partenza ... e quel che descrivi bene sono un po' tutte le mie preoccupazioni !

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  5. ... e dimenticavo di dire ... Hai proprio ragione ! Di blog e siti pieni zeppi di contradditorie informazioni su come trovar casa, che documenti ti servono, come iscrivere i bambini a scuola, la patente, ecc ce ne sono a decine in rete !
    E anch'io stavo proprio cercando qualcosa di diverso in rete ... quotidianità, gioie e fatiche oltreoceano !

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  6. Il gruppo è bello e sta riuscendo nel suo scopo, perchè tu Renata trasmetti energia positiva e passione in quello che fai all'interno del gruppo e Lorena ti assiste con la stessa positività.

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  7. Ed hai fatto un gran lavoro!!! Per fortuna ora i maschietti sono un filo in più!! :-) Grazie per i complimenti, Manuela, ma se li merita soprattutto Renata!
    Un abbraccio a tutte/i

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  8. Vorrei raccontarti l'esperienza di due miei amici che hanno vissuto 2 anni e mezzo nel Kentucky con il loro bimbo. Adesso sono tornati in Italia i e i bimbi sono diventati 2.
    Quando erano li sentivano nostalgia dell'Italia, degli amici, della famiglia ecc.
    Adesso che sono tornati però, al di la della gioia di aver ritrovato i loro cari non riescono più a riabituarsi al nostro paese.

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  9. Li capisco i tuoi amici. Quando io sono tornata in Italia a settembre scorso per 3 settimane... mi sentivo in gabbia. Ero depressa... hai presente quella pubblicità della Costa Corciere (scusa il riferimento infelice...)... quella in cui quelli che tornano piangono e non riescono a riprendere il ritmo? Ecco... ero così. Nessuno, amici o famigliari, riuscivano a capire. Quando mio marito è arrivato a casa (il martedì) per dirmi "venerdì partiamo"... GIURO... NON STAVO IN ME DALLA GIOIA!!!

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